Dall’inizio di febbraio diversi avvocati dell’associazione progressista di giuristi ÇHD sono in sciopero della fame in carcere. Due di loro ora hanno ampliato la loro protesta contro l’arbitrio della giustizia iniziato un „digiuno fino alla morte“.
Come fa sapere l’organizzazione turca degli avvocati ÇHD (Çağdaş Hukukçular Derneği, Associazione dei Giuristi Progressisti) in una dichiarazione in occasione della „Giornata dell’Avvocato“ il 5 aprile in Turchia, due iscritti detenuti da domenica sono in „digiuno fino alla morte“. Così protestano contro l’arbitrio della giustizia Turchia.
Il/la avvocat* Ebru Timtik e Aytaç Ünsal von dello studio „Ufficio Legale del Popolo“ (Halkın Hukuk Bürosu, HHB), una della associazioni parte dell’Associazione Europea dei Giuristi per la Democrazia e i Diritti Umani (EJDM), a marzo dello scorso anno insieme a altr* 15 collegh* sono stat* condannat* con l’accusa di sostegno, appartenenza e fondazione di „organizzazioni terroristiche“, tra l’altro del Partito Fronte Rivoluzionari dei Liberazione del Popolo (DHKP-C), complessivamente a 159 anni di pena detentiva. Le accuse si basano sulle contraddittorie affermazioni del collaborazionista Berk Ercan, che finora hanno portato all’accusa di circa 200 persone, tra cui anche Mustafa Koçak e componenti del gruppo musicale Grup Yorum.
Con lo sciopero della fame il/la giurist* del ÇHD chiedono alla Turchia di salvaguardare lo stato di diritto e di mettere fine alla persecuzione di avvocati e avvocate. Tutt* i e le collegh* che sono stat* mess* in carcere ingiustamente per l’esercizio della loro attività professionale, devono essere immediatamente liberat*
Avvocat* turch* e curd* sono nel mirino dello Stato
La professione legale in Turchia è nel mirino dello Stato in modo molto preciso perché senza avvocat* a oppositrici e oppositori e attivist* per i diritti umani restano a stento possibilità di difendersi dalle rappresaglie dello Stato. In particolare l’associazione ÇHD e lo studio legale HHB che si occupano di processi politici nel Paese e che in passato hanno con successo presentato ricorsi alla Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU). Nel novembre 2016 l’associazione attraverso per ordine governativo nell’ambito dello stato di emergenza è stata vietata.
L’avvocato più in vista del ÇHD è Selçuk Kozağaçlı, che dal 2009 ha presieduto l’associazione fondata nel 1974. È stato condannato a undici anni e tre mesi di carcere. Dall’inizio di febbraio è in sciopero della fame. Prima del suo arresto, Kozağaçlı tra gli altri difendeva famigliari del 54enne Metin Lokumcu che nel 2011 fu ucciso nelle proteste contro le iniziative elettorali di Recep Tayyip Erdoğan nella regione del Mar Nero quando la polizia ha usato gas lacrimogeni. Inoltre si è impegnato nel caso del 15enne Berkin Elvan, che nelle proteste di Gezi nel 2013 fu colpito alla testa da una cartuccia di gas lacrimogeno e morì dopo nove mesi di coma. In Germania Kozağaçlı è stato insignito del premio Hans-Litten dell’associazione delle giuriste e dei giuristi democratici.
Fonte: ANF