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Opinioni e analisi

Ankara come incendiaria

Nuova offensiva in Iraq del nord. Controrivoluzionari curdi in LibiaMentre i curdi iracheni questa settimana in occasione della »Giornata Anfal« hanno commemorato decine di migliaia di vittime dei massacri dell’esercito iracheno sotto il Presidente Saddam Hussein negli anni ‘80, l’aviazione turca mercoledì ha di nuovo attaccato obiettivi in Iraq del nord. Nel bombardamento del campo profughi di Machmur da parte di un drone da combattimento, secondo quanto affermato da un portavoce del campo sono state uccise tre donne e altre persone che su un pascolo vicino accudivano le loro pecore sono rimaste ferite. Nel campo profughi vivono circa 12.000 curdi che alla fine degli anni ‘90 sono fuggite dalla Turchia. Il campo che si trova al di fuori della regione autonoma curda, attualmente soffre di carenze degli approvvigionamenti. Perché da nove mesi, su pressioni della Turchia, viene bloccato dalle forze di sicurezza del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) al governo a Erbil e economicamente dipendente da Ankara. Il governo turco accusa il campo, sotto la protezione della fondazione ONU per i profughi ma autogestito da consigli del popolo, di essere un rifugio del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

Un altro attacco aereo martedì notte ha colpito una postazione del PKK a Zine Werte nella regione di Rawanduz a nordest di Erbil. Secondo quanto riferito dall’esercito turco sarebbero rimasti uccisi quattro guerriglieri. L’attacco è avvenuto a soli 200 metri di distanza da una caserma dei peshmerga. I soldati curdi evidentemente erano stati preavvisati e avevano lasciato la loro base per tempo.

Il governo regionale curdo negli ultimi giorni aveva spostato peshmerga con armi pesanti a Zine Werte, considerata un accesso alle montagne di Qandil difficili da attraversare e dove si trova il quartier generale del PKK. I peshmerga sono la »Unità 80«, comandata da Sihad Barzani, un fratello del Presidente del KDP Masud Barzani- Anche se di fatto si tratta di una milizia di partito del KDP, i suoi soldati sono stati addestrati e armati dall’esercito tedesco nell’ambito della »lotta anti-IS«.

In contemporanea allo spostamento dei peshmerga del KDP ai margini della zona controllata dalla guerriglia del PKK, anche la Turchia rinforza le sue truppe di occupazione in Iraq del nord, ha fatto sapere l’agenzia stampa curda Firat con riferimento a fonti locali. Dal 2018 l’esercito turco ha costruito teste di punte che entrano fino a 30 chilometri in territorio iracheno per limitare la libertà di movimento della guerriglia.

Come ha fatto sapere l’Esercito Nazionale Libico (LNA) dell’infedele generale Khalifa Haftar questa settimana, la Turchia intanto ha inviato i Libia cosiddetti Rojava Peshmerga dall’Iraq del nord, perché combattano con l’LNA come mercenari per il governo di unità nazionale libico alleato di Ankara. I »Roj Pesh« sono curdi siriani vicini Barzani che dal 2013 erano stati schierati dal KDP e addestratori turchi in Iraq del nord come contrappeso rispetto alle Unità di Difesa del Popolo YPG di sinistra nella zona autonoma del Rojava in Siria del nord. Lì però non sono mai entrati in azione, dato che l’amministrazione del Rojava rifiuta un ritorno di questa truppa di contras, che nel frattempo ha già attaccato milizie ezide vicine al PKK nella zona di Sinjar in Iraq del nord. Almeno singoli Roj Pesh secondo informazioni di jW hanno preso parte anche al programma di addestramento dell’esercito tedesco.

L’LNA nel suo canale televisivo ha presentato alcuni mercenari curdi catturati in uno scontro nei pressi di Tripoli. Mentre i Roj Pesh hanno immediatamente parlato »propaganda del PKK« e negato ogni relazione con l’uomo, il portavoce dell’LNA Ahmed Al-Mismari ha confermato all’emittente curdo-siriana Ronahi TV che molti curdi si troverebbero in Siria al fianco delle forze armate sostenute dalla Turchia. Questi »terroristi« che combattono insieme a mercenari jihadisti dell’area di Al-Qaida, dal punto di vista dell’LNA però non rappresentano la nazione curda, ha assicurato Mismari e ha sottolineato: »Noi combattiamo su un unico fronte con i curdi contro il terrorismo e insieme alle nostre sorelle e ai nostri fratelli curdi combatteremo contro l’occupazione turca.«

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/376604.kurdistan-ankara-als-brandstifter.html

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