Kurdistan

Massacro a Afrin

Siria: Attentato di stampo jihadista nella città sotto occupazione turca. A Afrin nel nord della Siria martedì si è verificato l’attentato più grave dall’occupazione di due anni fa da parte dell’esercito turco della città nel nord della Siria abitata in prevalenza da curdi. Almeno 46 persone sono state uccise e altre 50 sono rimaste ferite quando un’autocisterna carica di esplosivo è esplosa in una via commerciale nei pressi del quartier generale di una truppa mercenaria. Tra i morti secondo le informazioni dell’agenzia stampa Firat ci sono 15 combattenti della »Brigata Sultan-Murad. »L’obiettivo era un mercato affollato, quindi la maggior parte dei morti sono civili«, ha dichiarato Raed Saleh, direttore dei »caschi bianchi«, che risultano essere vicini ai gruppi combattenti jihadisti.

Finora nessuno ha rivendicato l’attentato, ma il governo turco ha immediatamente attribuito la responsabilità alle Unità di Difesa del Popolo curdo-siriane YPG. Le Forze di Liberazione di Afrin HRE, nate della YPG, questa settimana hanno rivendicato diverse »azioni di sabotaggio« mortali contro le forze occupanti, ma l’attentato su un’animata via commerciale durante il mese di digiuno dei musulmani non reca l’impronta della guerriglia.

Abdulkarim Omar, portavoce per la politica estera dell’Amministrazione Autonoma della Siria del nord che fino all’ingresso dell’esercito turco comprendeva anche Afrin, ha condannato »il vile attacco terroristico«. L’obiettivo sarebbe di »scacciare il resto della popolazione locale«. Centinaia di migliaia di curdi erano fuggiti da Afrin già dopo l’ingresso turco nel 2018. L’attentato sarebbe »Risultato della politica di distruzione dell’occupazione turca e dei suoi mercenari nella città della pace e delle olive«, ha dichiarato Mazlum Abdi, comandante generale dell’alleanza militare delle Forze Democratiche della Siria (FDS) che comprende le YPG.

È possibile immaginare un’operazione dei servizi segreti turchi sotto falsa bandiera per trovare un pretesto per un allargamento degli attacchi turchi contro la zona autonoma. Così un drone turco già lunedì notte aveva fatto fuoco contro una postazione di controllo delle forze di sicurezza curde presso la città di Kobane.

Ma la natura dell’attentato indica una responsabilità jihadista. Su base regolare si verificano scontri violenti tra diverse milizie al soldo della Turchia. Inoltre nella provincia nordoccidentale delle Siria di Idlib ci sono tensioni tra l’esercito turco e la propaggine siriana di al-Qaida Haiat Tahrir Al-Sham (HTS) che da molto tempo sotto la sua protezione combatte contro le truppe governative siriane. Le HTS accusano Ankara di »tradimento« per via di un accordo di tregua stipulato a marzo a Mosca. Scontri tra seguaci delle HTS e la polizia militare turca si sono inaspriti nello scorso fine settimana. Una postazione HTS secondo informazioni di Firat è stata colpita da un drone turco, Miliziani HTS hanno distrutto un carro armato turco.

di Nick Brauns

da junge Welt

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