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Turchia

Non chiediamo compassione ma giustizia

Il musicista della band Grup Yorum, Ibrahim Gökçek, in sciopero della fame da 316 giorni si è rivolto all’opinione pubblica con un appello: „La morte può essere impedita solo se c’è una risposta alle nostre richieste.“

In sciopero della fame dal febbraio 2019

Nel febbraio 2019 Ibrahim Gökçek insieme alla sua collega della band, Helin Bölek, è stato arrestato in una retata nel centro culturale Idil di Istambul. Entrambi dopo il loro rilascio nel febbraio 2020 hanno trasformato il loro sciopero della iniziato in carcere in un „digiuno fino alla morte“ del quale Bölek è rimasta vittima il 4 aprile scorso all’età di 28 anni. Nel cosiddetto digiuno fino alla morte, i partecipanti assumono solo acqua con zucchero e sale e in alcuni casi preparati a base di vitamina B per poter continuare a pensare lucidamente.

„Helin è morta perché voleva cantare le sue canzoni“, ha detto Gökçek. „Volevamo solo fare la nostra arte. Non ci hanno lasciato altra via che la morte“, ha aggiunto e ha annunciato: „La nostra resistenza non si concluderà senza conquiste concrete.“ La band deve dire una data e un luogo in cui può fare un concerto. Inoltre deve essere ottenuta la liberazione dei colleghi della band Ali Aracı e Sultan Gökçek. Quest’ultima è la moglie di Ibrahim Gökçek. „Se volete che le morti abbiano fine, questo è l’unico modo. Non vogliamo né compassione né facciamo appello a una qualche coscienza. Chiediamo giustizia. Vogliamo che per noi ci sia giustizia e che le giuste richieste di Grup Yorum siano esaudite.“

Grup Yorum

Dalla sua fondazione 35 anni fa Grup Yorum prende parte alle lotte sociali in Turchia, sostiene le lotte del lavoro e si schiera in modo nello al fianco dei popoli. Nelle canzoni cantate in lingua turca, curda e araba, in cui si parla dell’oppressione degli esseri umani, la band fa sempre appello per a fratellanza tra i popoli, all’unità e alla giustizia. Le loro canzoni vengono suonate negli scioperi, in casi di lutto, manifestazioni e matrimoni. La loro popolarità e il sostegno delle persone in lotta e oppresse del Paese è anche la ragione per cui Grup Yorum fin dalla sua fondazione nel 1985 è sempre stato esposto alla repressione.

Il PKK invita a agire con urgenza per Ibrahim Gökçek

Il Comitato per la Cultura e l’Arte del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK lunedì ha fatto appello a agire con urgenza per Ibrahim Gökçek. „Che sia dentro o fuori, chi oppone resistenza non deve essere lasciato solo. Prima che ci siano morti va fatta pressione sul governo perché le richieste siano esaudite. Anche nelle condizioni attuali per questo ci sono diversi metodi. Non basta non essere indifferenti – la resistenza è possibile in qualsiasi condizione.“

HBDH: Il fascismo non indietreggia nemmeno ai tempi del coronavirus

Anche l’alleanza curdo-turca „Movimento Rivoluzionario Unito dei Popoli” (Halkların Birleşik Devrim Hareketi, HBDH) chiede di agire con urgenza per Ibrahim Gökçek. In una dichiarazione pubblicata ieri l’alleanza fa notare gli „spietati attacchi“ che lo Stato turco continua anche in tempi del coronavirus in tutti gli ambiti della vita – „che sia dentro o fuori, in Turchia, in Kurdistan, nel Medio Oriente o in altri luoghi del mondo.“ Inoltre si afferma: „Anche contro i membri di Grup Yorum che con la loro arte rivoluzionaria difendono la dignità umana, che con uno sciopero della fame chiedono un processo equo, lo Stato procede con estrema brutalità. Solo di recente Helin Bölek e Mustafa Koçak si sono uniti alla carovana degli immortali. Anche Ibrahim Gökçek, che per il 316° giorni rifiuta di assumere alimenti può andarsene in qualsiasi momento. Dobbiamo agire con urgenza – per Ibrahim e per i prigionieri politici. Prendiamo in mano i nostri diritti democratici e portiamo la resistenza alla vittoria.“

Ormai da 316 giorni Ibrahim Gökçek, bassista della band socialista Grup Yorum con uno sciopero della fame lotta contro la repressione statale nei confronti del suo gruppo. Con la protesta il 39enne chiede la revoca del divieto di concerti per Grup Yorum, la fine delle retate di polizia contro il centro culturale Idil, la liberazione di tutti i componenti della band in carcere e la fine dei processi. Il governo turco finora ha rigidamente respinto le richieste. Prima deve finire lo sciopero della fame, è stato fatto sapere da Ankara.

In un messaggio di Ibrahim Gökçek diffuso martedì via Twitter, lui ha tuttavia annunciato che lo sciopero della fame non viene concluso. „Le nostre richieste sono legittime, perché non vengono esaudite?“, ha chiesto il musicista visibilmente indebolito. „Abbiamo dato i concerti più grandi e più visitati. Abbiamo fatto le canzoni del popolo e siamo diventati tutt’uno con il popolo.“

Da cinque anni la band, il cui ultimo concerto popolare si è svolto nel 2015 davanti a un milione e mezzo di persone, non si può esibire. Sotto lo stato di emergenza proclamato dal governo AKP dopo il fallito golpe dell’estate 2016, i nomi dei componenti della band erano perfino in una lista di terroristi. Sono accusati di appartenenza „Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo “ (DHKP-C) militante. Il governo ha messo taglie tra 300.000 e un milione di Lire turche. „Vivi o morti.“ Taglie contro artisti da ultimo ci sono state nel fascismo hitleriano.

Fonte: ANF

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