Tra il 2013 e il 2015, 10 milioni e 300 mila persone nel mondo hanno firmato un appello che chiedeva la libertà per Abdullah Öcalan e per i prigionieri politici in Turchia, e affermava che “la libertà di Öcalan sarà una pietra miliare per la democratizzazione della Turchia e per la pace in Kurdistan”.
Dopo oltre 5 anni, Öcalan è ancora segregato nel carcere di massima sicurezza di Imrali. Nel 2015, il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha interrotto anni di dialogo con Abdullah Öcalan e con il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e ha lanciato un’escalation violenta di aggressione contro il popolo curdo in Turchia, Iraq e Siria. In mesi recenti, Erdoğan ha portato la guerra non solo contro i curdi ma contro tutti i paesi confinanti della Turchia, inclusi Libia e Nagorno-Karabakh/Artsakh. A Cipro e in Grecia, nel Mediterraneo orientale, ha alimentato pesanti tensioni.
Nel frattempo, i popoli del nord-est della Siria, ispirati dal pensiero di Öcalan, hanno trasformato la loro terra in un grande bastione di coesistenza pacifica e di democrazia – a dispetto dei costanti e continui attacchi militari turchi. La perdurante incarcerazione di Öcalan e l’isolamento disumano al quale resta soggetto, la repressione massiccia nelle regioni curde della Turchia e gli attacchi al nord-est della Siria sono tutti aspetti dello stesso approccio utilizzato dallo stato turco: attaccare le forze democratiche, in particolar modo i curdi, con tutti i mezzi possibili, continuando a finanziare e armare le milizie fondamentaliste dell’ISIS, che costituiscono un fattore di insicurezza a livello planetario, come dimostrato i recenti attacchi in Francia e in Austria.
Sfortunatamente le istituzioni internazionali non hanno dato una risposta adeguata a una situazione che si sta deteriorando – e il Consiglio d’Europa, insieme alla Corte Europea per i Diritti Umani e al Comitato contro la Tortura non hanno saputo garantire nemmeno i più basilari diritti umani ad Abdullah Öcalan che è il simbolo più importante della lotta contro la repressione della libertà e della democrazia in Turchia ed è l’unica speranza per una risoluzione pacifica ai conflitti in Medio Oriente. Questo rende la sua libertà un passo fondamentale per tutte le genti che amano la pace. Questo è il motivo per cui diciamo: il tempo è arrivato: libertà per Abdullah Öcalan!
Vi chiediamo di sostenerci con la vostra firma e di unirvi alla lotta per la libertà, la democrazia e la pace per i curdi e per tutti i popoli del Medio Oriente. Tra i primi firmatari dell’appello nel 1999 abbiamo avuto personalità quali Dario Fo, Angela Davis, Noam Chomsky, Danielle Mitterrand, Ramsey Clark, Alice Walker, Gianna Nannini, Geraldine Chaplin e molti e molte altri.
Occorre mobilitarci nuovamente – stavolta dobbiamo ottenere la scarcerazione di Öcalan!
Vi chiediamo di portare questo messaggio ai vostri consigli comunali, assemblee, sindacati, organizzazioni di comunità, partiti – per chiedere loro unirsi al coro mondiale di voci per la libertà di Öcalan!
Comitato “Il tempo è arrivato: Libertà per Öcalan”
Giovanni Russo Spena , Docente universitario
Laura Schrader , Scrittrice e Saggista
Laura Corradi, Prof. Università Calabria
Silvana Barbieri, Ass. Culturale Punto rosso
Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
Eleonora De Majo, Assessore Cultura a comune di Napoli
Gian Luigi Deiana , Prof.
Simonetta Crisci, Avvocato
Arturo Salerni , Avvocato
Giovanni Motta, Avvocato
Laura Quagliuolo , CISDA
Roberto Mapelli, Ass. Culturale Punto rosso
Rino Malinconico, Scrittore e filosofo
Federico Venturini, Delegazione pace per Imrali
Hazal Koyuncuer, Sindacalista
Antonio Ruggieri , Giornalista, direttore della rivista ‘’il bene comune’’
Andrea Cegna , Giornalista
Yilmaz Orkan , UIKI-ONLUS