Ai nostri cari e onorevoli amici: la rivoluzione del Rojava, che dal suo inizio il 19 luglio 2011 è diventata una scintilla di speranza per l’umanità e una fonte di libertà nel 21° secolo, ha raggiunto il suo decimo anno. La rivoluzione del Rojava è una vera rivoluzione del popolo, una rivoluzione delle donne, una rivoluzione dei giovani e una rivoluzione di una società democratica.
La rivoluzione del Rojava è stata fin dall’inizio una rivoluzione di tutte le etnie nel nord e nell’est della Siria, come curdi, arabi, assiri, turcomanni e armeni – e in questo modo una vera rivoluzione democratica nazionale.
Nella leggendaria resistenza di Kobane la rivoluzione ha mostrato un’enorme determinazione ed eroismo: 12.000 combattenti caduti per la libertà e 21.000 combattenti feriti. Rivoluzionari e internazionalisti dalla Turchia e da altre parti del mondo hanno combattuto contro il fascismo, hanno lottato e sono caduti nella rivoluzione del Rojava.
Per quanto la rivoluzione del Rojava sia riuscita a essere una rivoluzione democratica, coinvolgendo tutti i gruppi e le etnie, è stata anche una rivoluzione per la libertà delle donne. Nessun’altra rivoluzione ha sperimentato una così grande partecipazione, leadership e influenza delle donne. La rivoluzione del Rojava è diventata una rivoluzione non solo per le donne curde, ma per tutte le donne in Medio Oriente e oltre.
I popoli del nord e dell’est della Siria, nella loro sconfitta dell’ISIS, non solo hanno sconfitto una forza barbara e reazionaria. Hanno sconfitto un’organizzazione di teppisti, nemici del mondo intero.
Questa resistenza – contro gli attacchi di al-Nusra e dell’ISIS e infine dello Stato turco e dei suoi mercenari – è giunta ormai al suo decimo anno.Sebbene i popoli del mondo apprezzino la Rivoluzione del Rojava per la liberazione del mondo dal barbaro ISIS, la comunità internazionale continua a ignorare la Rivoluzione del Rojava. In piattaforme come Ginevra, Astana e Sochi, i mercenari jihadisti con le mani sporche di sangue possono partecipare. Eppure il Rojava, che è diventato un modello di sicurezza, pace, stabilità, libertà e democrazia, è ancora escluso.
Allo stesso modo, gli aiuti umanitari delle organizzazioni internazionali possono raggiungere i mercenari jihadisti nemici dell’umanità, ma il Rojava è stato dimenticato, anche se la sua popolazione continua ad aumentare a causa della migrazione interna, trascinata dalla politica delle porte aperte del Rojava e dalla sue caratteristiche democratiche.
In queste condizioni abbiamo bisogno del sostegno dei nostri amici per stabilire una Siria democratica e, in particolare, per la protezione e per rendere durevole la rivoluzione nel nord e nell’est della Siria, che comprende il Rojava.
Oggi è nostro dovere garantire uno status politico alla Rivoluzione del Rojava, una rivoluzione che è stata raggiunta con il nostro sangue, le nostre vite e i nostri sforzi. Per farla riconoscere ufficialmente dalla comunità internazionale, al fine di realizzare una perpetua rivoluzione del Rojava.
Su questa base invitiamo tutti gli amici della Rivoluzione del Rojava e delle forze democratiche a spingere per far riconoscere ufficialmente l’Amministrazione Autonoma del Nord e dell’Est della Siria.
Invitiamo tutti a partecipare alla nostra campagna (#hashtag) il 18 luglio 2021 alle ore 20.00 ad Amed (Diyarbakir), alle 19.00 ora di Bruxelles, per il riconoscimento del Nord e dell’Est della Siria, su tutte le piattaforme di social media.
Assemblea dei social media del Kurdistan