Turchia

Il Consiglio d’Europa avvia una procedura di infrazione contro la Turchia

Più di 32 membri del Consiglio d’Europa hanno votato per imporre sanzioni contro Ankara, che rifiutandosi di rilasciare Osman Kavala e Selahattin Demirtaş, ha sfidato la sentenza dell’organo della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Si è concluso oggi 2 dicembre, l’incontro di tre giorni del Comitato dei ministri, organo del Consiglio d’Europa (CdE) incaricato di monitorare l’attuazione delle decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

A seguito di un voto nell’ultimo incontro, il Comitato ha chiesto l’avvio del processo di infrazione contro la Turchia. Questa è una procedura usata raramente che impone sanzioni contro gli Stati membri che sfidano le regole del CdE e richiede i voti dei due terzi degli Stati membri.

Secondo Euronews, più di 32 membri del CdE di 47 membri che corrisponde alla soglia minima per avviare il processo, hanno alzato le mani contro Ankara.

La decisione ufficiale dovrebbe essere annunciata domani 3 dicembre.

Il 17 settembre il Comitato dei ministri aveva deciso di avviare la procedura di infrazione contro la Turchia a dicembre, a meno che il paese non provveda al rilascio di prigionieri politici il filantropo Osman Kavala, incarcerato dal novembre 2017, ed ex capo del Partito democratico dei popoli pro-curdo (HDP) Selahattin Demirtaş, in carcere dal novembre 2016.

In quel periodo il Consiglio d’Europa aveva dato il suo ultimo avvertimento alla Turchia che la procedura di infrazione contro la Turchia sarebbe iniziata a novembre se Osman Kavala non fosse stato rilasciato prima di allora.

Con la decisione di avviare il processo di infrazione contro la Turchia, verrà inviata una notifica ufficiale alla Turchia e sarà chiesto ad Ankara di rispondere entro un certo termine.

Nella seconda fase il Comitato dei ministri prenderà una decisione distinta, in conformità con il mandato conferitogli dall’articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, di presentare una denuncia congiunta contro la Turchia alla CEDU. Una decisione da adottare in questa direzione richiederà i voti dei due terzi dei membri. Se la CEDU decidesse per una violazione, il Comitato valuterà le misure da adottare nei confronti della Turchia.Queste misure includono l’esclusione della Turchia dal Consiglio o la sospensione dei suoi diritti di voto.

La CEDU il 19 dicembre 2019 ha stabilito che la detenzione di Kavala costituisce una violazione dei diritti umani e che dovrebbe essere rilasciato immediatamente. Il 22 dicembre 2020 la Grande Camera della CEDU aveva stabilito che, detenendo inizialmente Demirtaş e poi prolungando la sua detenzione per oltre quattro anni, il governo turco aveva perseguito un ulteriore motivo per impedirgli di svolgere le sue attività politiche, privando gli elettori del loro rappresentante eletto, e di “soffocare il pluralismo e limitare la libertà di dibattito politico”.

Nonostante le sentenze della Corte EDU, sia Kavala che Demirtaş sono ancora dietro le sbarre.

 

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