Mi indigna profondamente la dichiarazione del presidente Draghi e della Commissione Europea: “ L’alleanza della Nato si allargata e si è rafforzata, non c’è il rischio di una escalation, ma dobbiamo essere pronti ” . “ Putin voleva dividerci. Ma quello che ha ottenuto è un allineamento più forte tra Europa e Nato”. La loro sembra una preparazione ad una guerra studiata ed aspettata e nuovamente una chiusura dei confini e negazione dei diritti e della pace agli altri paesi.
Con queste dichiarazioni i paesi della NATO hanno dimostrato che la loro priorità è replicare alle sfide poste da Putin e della Cina; di fatto la loro politica rimane indirizzata solo alla tutela dell’ Europa e della Nato.
La Nato per realizzare i suoi piani e i suoi interessi doveva perciò supportare un paese suo membro, che è di fatto governato da un dittatore, che reprime i diritti di molti suoi cittadini. Per ottenere questo risultato si è trovato un capro espiatorio e si sono sacrificati nuovamente i Kurdi; sono stati confermati l’export di armi ai Turchi e la repressione degli attivisti kurdi da anni angariati dai Turchi e da tutti i dittatori dell’area medioorientale. Non dobbiamo dimenticare che il popolo kurdo è stato sacrificato alla fine della Prima Guerra Mondiale nella divisione del Medio Oriente stabilita proprio dalle potenze occidentali. Sembra che la storia si ripeta.
Mentre Usa ed Europa erano concentrati sul problema dell’invasione dell’Ucraina e sull’ allargamento e rafforzamento della Nato, l’”uomo della pace “, chiamato a far da mediatore, bombardava e tuttora colpisce il Kurdistan Iracheno e ha pianificato i suoi piani per allargare la sua occupazione della terra dei kurdi in Rojawa. Il veto della Turchia all’ingresso della Svezia e della Finlandia nella Nato era un’occasione per realizzare i suoi obiettivi e infatti è questo che è accaduto. La Nato invece non è mai intervenuta sui piani del dittatore Erdogan in Kurdistan e contro i kurdi, i ministri dei vari paesi dell’alleanza atlantica hanno sempre trattato e stretto le mani di Erdogan per loro giochi di interesse: non dimentichiamo a questo proposito anche l’accordo UE-Turchia sui migranti.
La Nato ha aperto la porta alla Svezia e Finlandia, chiudendo la porta della giustizia e dei diritti ai Kurdi; questo comportamento ha dato via libera e garanzie ad Erdogan per giustificare ogni sua azione militare in Rojawa contro i partigiani kurdi e la politica interna in Turchia, per continuare a perseguitare ed opprimere i kurdi. L’Europa continuerà a ignorare l’appello dei kurdi, la sofferenza, la persecuzione secolare del popolo kurdo?
É ora quindi che l’Europa e la Nato cambino il paradigma verso una vera politica della pace e della libertà.
Gulala Salih, nata a Kirkuk , inpegnata nella politica sociale e nella difesa dei dirutti delle donne e dei bambini