Il comandante delle FDS Mazloum Abdi ha affermato che i crescenti attacchi di droni della Turchia nel nord e nel nord-est della Siria mirano a destabilizzare la sicurezza nella regione.
I crescenti attacchi di droni della Turchia nel nord e nel nord-est della Siria mirano a destabilizzare la sicurezza nella regione, lo ha affermato giovedì il comandante generale delle forze democratiche siriane (FDS) Mazloum Abdi. Le forze che sono state prese di mira sono responsabili della sicurezza delle città e degli enti pubblici, nonché dei campi per gli sfollati interni della Siria e delle prigioni e dei campi di detenzione che ospitano membri dello Stato Islamico (ISIS), ha affermato Abdi. ” Attaccarli minaccia direttamente la sicurezza dell’area”.
I droni turchi dal 20 luglio hanno preso di mira nove combattenti delle FDS e quattro membri delle forze di sicurezza interna (FSI) della regione, oltre a 13 civili, secondo Abdi.
La Turchia ha aumentato la frequenza dei bombardamenti di artiglieria e degli attacchi di droni nella regione dopo il vertice di Teheran, nonostante non sia riuscita a ottenere il via libera da Iran e Russia per la sua prevista invasione della regione.
Appelli per una no fly-zone
Basandosi su vecchie campagne che chiedevano una no-fly zone sulle aree controllate dai curdi nel nord e nell’est della Siria, le donne siriane e curde si sono riunite a Qamishlo per chiedere alle Nazioni Unite di chiudere lo spazio aereo siriano per tutte le attività aeree turche.
I partecipanti alla campagna delle donne includono il Partito dell’unione democrastica (PYD), il Partito democratico del Kurdistan, il Movimento per una Società Democratica (TEV-DEM), Kongra Star, il Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) e il Comitato delle donne del Rojava.
Parallelamente è stata condotta anche una campagna sui social media utilizzando l’hashtag #NoFlyZone4Rojava