Nell’autunno 2014, l’ISIS ha attaccato la città di Kobane, la cui popolazione dal 2012 aveva scelto di autogovernarsi e aveva aderito alla Federazione Democratica del Rojava, una striscia di terra nel nord della Siria abitata principalmente da curdi che nel caos della guerra civile siriana aveva deciso di iniziare una rivoluzione secondo i principi del Confederalismo Democratico. Milioni di persone sono scese in piazza in tutto il mondo e supportato l’eroica resistenza delle forze di autodifesa (YPJ/YPG) e della popolazione civile fino alla liberazione della città conclusa il successivo 26 gennaio 2015 con la sconfitta dell’Isis. La resistenza di Kobane ha permesso che la rivoluzione del Rojava venisse conosciuta nel mondo attraverso le storie degli uomini e delle donne, che hanno resistito contro un nemico dell’umanità a costo delle vite di migliaia di giovani.
Da allora è passato molto tempo, quest’anno abbiamo celebrato il 10° anniversario della rivoluzione del Rojava: 10 anni in cui le YPJ/YPG insieme alle forze di autodifesa arabe, armene, assire, siriache hanno liberato il Nord-Est della Siria dall’ISIS. Man mano che città e villaggi venivano liberati, la popolazione civile stabiliva le basi per una democrazia dal basso che oggi prende il nome di Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est, un sistema federale di autogoverno basato sul Confederalismo Democratico, paradigma politico ideato dal fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan.
Il governo turco AKP-MHP guidato da Erdogan non ha mai accettato la sconfitta dell’ISIS e l’instaurazione al suo posto di un sistema democratico che affonda le sue radici nella storia e nelle pratiche del movimento di liberazione curdo.
Per questo motivo oggi il Rojava è sottoposto a una minaccia esistenziale, dopo le invasioni turche del 2016, 2018 e 2019, Erdogan minaccia una nuova invasione su larga scala. Mentre vengono ultimati i preparativi, ogni giorno figure civili e militari che hanno guidato la lotta contro ISIS e la costruzione del sistema democratico del Rojava vengono assassinati quotidianamente da attacchi con droni. La popolazione di Kobane e altre città del nord-est della Siria del nord-est viene quotidianamente bersagliata dall’artiglieria turca e dalle bande jihadiste sotto il suo controllo. Lo stesso avviene a Shengal, città simbolo degli ezidi nel nord Iraq, sopravvissuta ad un ennesimo genocidio e in altri insediamenti come Makhmur, che hanno deciso di costruire lo stesso sistema di Autonomia Democratica del Rojava.
La liberazione delle donne, fulcro del paradigma della Rivoluzione del Rojava, dopo aver ispirato le donne di tutto il mondo, oggi scuote le fondamenta dello stato iraniano e mina le fondamenta degli altri stati di ispirazione islamica del medio-oriente.
Per questo dal 2020 è iniziato un nuovo capitolo dell’invasione turca del Kurdistan, che colpisce anche i territori e le montagne del Sud Kurdistan/Nord Iraq, cuore e scudo della rivoluzione curda. Centinaia di villaggi, con la motivazione di “combattere il terrorismo del PKK”, vengono bombardati da droni, aerei e elicotteri da guerra, mentre truppe di terra turche ed islamiste occupano aree sempre più estese con l’obiettivo di determinare un cambiamento demografico finalizzato a trasferirvi popolazioni islamiche e prendere possesso delle notevoli risorse del territorio. Sempre più spesso emerge l’uso armi chimiche e di quelli che il diritto internazionale definisce “crimini contro l’umanità” perpetrati nel silenzio complice degli organismi internazionali e dell’Unione europea. Silenzio che diventa collusione di fronte alle prove fotografiche ai video ed ai rapporti di esperti internazionali che ne documentano l’uso.
Per questo motivo invitiamo tutti e tutte a celebrare il 1° Novembre per ricordare la resistenza di Kobane, difendere la rivoluzione del Rojava e le conquiste che il Confederalismo democratico ha raggiunto in questi 10 anni nel nord-est della Siria, a Shengal, a Maqmur, ecc. dove 5 milioni di persone non solo danno prova di resistenza ma costruiscono ogni giorno il proprio futuro improntato all’economia sociale, alla parità di genere, alla convivenza etnico-religiosa ed all’ecologia sociale.
Dalle ore 16 presso la Città dell’Altra Economia, Roma:
Incontro con il dr. Ciwan Mistefa, co-presidente del Comitato di salute dell’Amministrazione Autonoma della Siria del nord-est, sui risultati sul piano civile dell’Amministrazione autonoma e delle emergenze e priorità attuali.
Interviene Zehra Doğan, artista, giornalista e attivista curda, per un punto di vista sul movimento delle donne curde, le rivolte in Rojhelat e i femminicidi di Jina Amini e Nagihan Akarsel.
18.30 – proiezione del documentario “Tekoşer – Il partigiano Orso” con la presenza di Alessandro Orsetti.
Segue lancio della Campagna contro l’uso delle armi chimiche da parte della Turchia.
Bijî Berxwedana Kobane – Viva la resistenza di Kobane!
Jin Jiyan Azadi – Donna Vita Libertà