Dopo l’uccisione sabato di un uomo di 28 anni da parte dei gendarmi nella provincia turca a maggioranza curda di Diyarbakır (Amed), l’Ordine degli avvocati di Diyarbakır ha chiesto un’indagine immediata ed efficace. I gendarmi hanno ucciso sabato un uomo di 28 anni nella provincia turca di Diyarbakır (Amed), per aver disobbedito ad un avvertimento di fermarsi.
L’incidente che ha portato alla morte di Mikail Ekinci è avvenuto quando ha cercato di scappare in moto dopo che un gran numero di gendarmi ha fatto irruzione nella frazione nelle campagne del distretto di Çermik (Çermûg) dove viveva Ekinci, per il quale vi era un mandato di cattura con la sua famiglia, lo ha riferito l’agenzia stampa Mesopotamia.
A seguito dell’incidente, l’Ordine degli avvocati di Diyarbakır ha chiesto un’indagine immediata ed efficace affermando che “l’uso arbitrario, illegale e sproporzionato di armi che violano il diritto alla vita è inaccettabile” e che avrebbero seguito il procedimento legale.
Il mandato di arresto di Ekinci è stato emesso in relazione a un’indagine su una lite tra gli Ekinci e un’altra famiglia per una disputa sulla terra, che ha provocato la morte di una persona.
Lo zio di Ekinci, Ali Ekinci, ha dichiarato all’agenzia di stampa Amida che l’area in cui è avvenuto l’incidente non era montuosa: “Potevano catturarlo vivo se lo avessero voluto. Presenteremo una denuncia penale”.
La procura statale di Çermik ha avviato un’indagine sull’incidente.