l 14 maggio si vota per le presidenziali turche, ma già dal 3 maggio le lunghe code fuori dai Consolati di Milano e Roma testimoniano la partecipazione al voto delle persone con cittadinanza turca che vivono in Italia.
Sono elezioni importanti, posticipate di poco più di un mese a causa del devastante terremoto che ha colpito soprattutto le zone a maggioranza curda causando danni ingenti e decine di migliaia di vittime. Una catastrofe e la gestione dello stesso, che insieme alla crisi economica, l’inflazione galoppante e le azioni repressive dell’esercito turco, pesano inevitabilmente sulle intenzioni di voto.
Quattro sono i candidati in lizza, ma lo scontro è tra il presidente uscente Erdoğan e il suo principale oppositore Kılıçdaroğlu, leader del Partito Popolare Repubblicano (CHP – partito di centrosinistra e laico) e a capo di una ampia coalizione a cui si è unita anche la formazione Yeşil Sol Parti, il Partito Verde di Sinistra , in cui sono confluite e confluiti le compagne e i compagni dell’HDP, il Partito Democratico dei Popoli, che rischiava di essere messo fuori legge prima delle elezioni perché sotto accusa, da parte del regime di Erdoğan con un processo in corso, il cosiddetto Caso Kobani, presentato nel 2020, contro 108 persone tra cui gli ex co-presidenti Demirtas Selahattin e Figen Yüksekdağ, l’attuale co-presidente Pervin Buldan, diversi attuali deputati e deputate e sindaci ed ex sindaci di HDP.
Un vizio, quello di Erdoğan, di cercare di eliminare i propri (forti) avversari politici che si è dimostrato per l’ennesima volta, il 25 aprile scorso con l’arresto pretestuoso di 120 tra attivisti e attiviste, giornalisti, avvocati e militanti curdi.
Come Partito della Rifondazione Comunista auguriamo buon voto a tutte e tutti coloro che vogliono uscire dal ventennio (parola scelta non a caso) sotto Erdoğan, e guardiamo con speranza ai recenti sondaggi che danno Kılıçdaroğlu in vantaggio con un distacco di quasi 6 punti.
Auspichiamo che in queste elezioni si volti pagina rispetto ai lunghi anni di repressione (350.000 detenuti) e si apra la strada a una soluzione democratica e di pace della questione curda
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunistra-Sinistra Europea
Anna Camposampiero, Esecutivo della Sinistra Europea