A:
Ahmed Aboul Gheit, Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi
Mohammed Shia’ Al Sudani, Primo Ministro della Repubblica dell’Iraq
Bashar al-Assad, Presidente della Repubblica araba siriana
António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite
Joseph R. Biden, Presidente degli Stati Uniti d’America
Marija Pejčinović Burić, Segretario generale del Consiglio d’Europa (CoE)
Dott.ssa Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea
Jens Stoltenberg, Segretario generale dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO)
Gentili Eccellenze,
Nel 2011, le proteste e le rivolte della Primavera araba si sono estese all’Iraq e alla Siria. Lo Stato turco, che voleva approfittare di questa situazione, si è attivato per tentare di espandere i confini della Turchia a quelli del Misak-ı Milli (noto anche come Ahd-ı Milli), un gruppo di risoluzioni adottate dal Parlamento ottomano 104 anni fa che rivendicava l’intero Kurdistan, compreso l’Iraq settentrionale e la Siria settentrionale, come parte dei confini di uno Stato turco. Come primo passo per promuovere il neo-ottomanismo, il regime turco dell’AKP-MHP ha lanciato una campagna di omicidio di massa e di occupazione contro il popolo curdo. Nel 2014, lo Stato turco ha stabilito relazioni con le bande terroristiche jihadiste in Iraq e Siria e le ha utilizzate per perseguire questo obiettivo.
Nel 2014, durante l’ascesa del gruppo terroristico dello Stato Islamico (ISIS), lo Stato turco ha cercato di invadere Kobanê utilizzando le sue bande, ed è stato sconfitto dall’eroica resistenza del popolo curdo. Purtroppo, utilizzando la sua potenza militare e le sue milizie per procura in concerto con la diplomazia manipolatrice sulla scena internazionale, Erdoğan è riuscito alla fine a invadere e occupare Afrin nel 2018 e Ras al-Ain (Serêkaniyê) e Tal Abyad (Girê Spî) nel 2019, causando grandi spargimenti di sangue e sfollamenti di civili.
Parallelamente, lo Stato turco ha ampliato la sua occupazione del Kurdistan aumentando il numero di basi militari e altre installazioni nel Kurdistan meridionale, che è un’unità federale sotto la sovranità dello Stato iracheno, cercando di giustificare queste azioni ostili con la scusa di “combattere contro il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK)”. Nel Kurdistan meridionale, come mostra un recente reportage di VOA, le truppe turche stanno ora entrando audacemente a 30 chilometri nella regione con migliaia di soldati e 300 carri armati, effettuando controlli di identità sui cittadini iracheni a Dohuk e dintorni. Questo palese disprezzo per il diritto internazionale rappresenta una violazione dei trattati internazionali e non è solo una grande minaccia contro noi curdi, ma anche un altro importante elemento di instabilità in Medio Oriente.
Il regime di Erdoğan-Bahçeli vuole attuare il Misak-ı Milli a tutti i costi. A tal fine, lo Stato turco ha intensificato gli sforzi diplomatici e militari dall’inizio del 2024, grazie ai quali ha pacificato il governo iracheno. La realizzazione della strategia di Misak-ı Milli in Kurdistan porterà a un’occupazione allargata dell’Iraq e della Siria, a un’intensificazione del conflitto regionale e allo sfollamento e alla migrazione di milioni di persone, e quindi riguarda l’intero Medio Oriente e la comunità internazionale.
I sottoscritti partiti politici curdi e le organizzazioni della società civile chiedono ai governi dell’Iraq e della Siria, alla Lega Araba, all’ONU, responsabile dell’attuazione delle norme giuridiche internazionali, alla Comunità Europea, alla NATO, di cui lo Stato turco è membro, all’UE e agli USA, che hanno relazioni strategiche con lo Stato turco, di intraprendere un’azione urgente e decisiva per porre fine a questa occupazione.
Vogliate accettare, Eccellenze, l’assicurazione della nostra più alta considerazione.
Firmatari:
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Commissione per le Relazioni Estere del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK)
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Unione Patriottica del Kurdistan (PUK), Regione del Kurdistan in raq (KRI)
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Partito dell’Unione Democratica (PYD), Siria
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Il Movimento Gorran (GORAN), KRI
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Partito Socialista Democratico del Kurdistan (HSDK), KRI
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Partito Islamico del Kurdistan (PIK), Kurdistan settentrionale/Turchia
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Il Congresso delle Società Democratiche Curde in Europa (KCDK-E)
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Partito Comunista del Kurdistan, KRI
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Il Movimento delle donne curde in Europa (TJK-E)
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Federazione degli Ezidi del Kurdistan (NAV YEK)
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Federazione degli alawiti del Kurdistan (FEDA)
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L’Unione siriaca europea (ESU)
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Partito dell’Unione siriaca in Siria
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Il Partito della Vita Libera del Kurdistan (PJAK), Iran/Kurdistan dell’Est
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Il Partito degli operai del Kurdistan (KRI)
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Partito Democratico Curdo Siriano (P.D.K.S)
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Partito della Sinistra Democratica Curda – Siria (P.Ç.D.K-S)
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Partito della Sinistra curda – Siria (PÇK-S)
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Partito Democratico Curdo – Siria (PDK-S – El Partî)
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Il Movimento Kawa, Kurdistan del Nord/Turchia
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Partito di Liberazione del Kurdistan (PRK), KRI
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Il Partito Verde del Kurdistan-Sezione Europea
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Kurdish Institute Brussels
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Kurdish Institute Germany
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Kurdish Institute Stockholm
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Organizzazione democratica Yarsan, KRI/Europa
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Partito dell’Unione Nazionale Libera (PYNA), Siria
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Il Movimento Moderno del Kurdistan – Siria (T.N.K.S)
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Il Consiglio dell’esilio di Sinjar/Şengal (MŞD)
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Diwekhani curdi in Europa
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Kurdistan Justice Group, KRI
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Alleanza per l’indipendenza del Kurdistan, Iran
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Congresso del popolo di Betnahrin (siriaco)
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Il Partito Komala del Kurdistan iraniano (KOMELE), Kurdistan dell’Est/Iran
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Unione delle Comunità Democratiche del Kurdistan (KCK)
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Partito della Libertà del Kurdistan (PAK), Kurdistan dell’Est/Iran
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Partito del Cambiamento Democratico della Mesopotamia, Rojava/Siria
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Il Partito Verde del Kurdistan – Rojava/Siria
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Il Partito Comunista del Kurdistan (KKP), Kurdistan del Nord/Turchia
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Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK)
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Piattaforma dei curdi dell’Anatolia centrale (PKAN-E)
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Piattaforma degli Horaman, KRI/Europa
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Il Partito di unità curda in Siria (PYK-S El Wehdê)
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Il Movimento per la Libertà del Popolo del Kurdistan, KRI
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Unione degli Êzîdî siriani
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Unione degli insegnanti del Kurdistan (YMK), Europa
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L’Unione Nazionale Democratica del Kurdistan (YNDK), KRI
