La dichiarazione finale dell’assemblea del partito DEM afferma che “affinché Abdullah Öcalan possa adempiere alla sua missione decisiva, la salute, la sicurezza e le libere condizioni di lavoro, con priorità data alla sua libertà fisica, sono di vitale importanza”. La dichiarazione finale dell’Assemblea del Partito tenutasi ad Ankara ha affermato che, mentre venivano valutati gli sviluppi economici, sociali e politici nella regione e nel mondo, alla luce delle conclusioni raggiunte venivano stabiliti obiettivi politici e organizzativi e venivano prese decisioni in merito al programma di lotta.
La dichiarazione finale della riunione del partito DEM ha sottolineato in modo particolare la necessità di una “pace onorevole”, sottolineando che, se raggiunta, avrebbe portato benefici non solo alla Turchia, ma all’intero Medio Oriente.
Il governo AKP-MHP è stato escluso dall’equazione
La dichiarazione, che sottolinea la gravità dei conflitti in Palestina e Libano e la tensione tra Iran e Israele, afferma che “Turchia e Kurdistan si trovano proprio al centro di questa regione e di molteplici equazioni.
All’ordine del giorno c’è anche il governo AKP-MHP, che da anni cerca di affossare i successi dei popoli del Rojava e della Siria settentrionale e orientale, inviando e preparando mercenari nei territori occupati.
Le politiche di occupazione e annessione nei confronti del Kurdistan meridionale hanno raggiunto un grave punto morto. Il governo AKP-MHP, che è stato escluso dall’equazione negli sviluppi in Medio Oriente con le sue politiche espansionistiche e colonialiste, ha lasciato il popolo turco faccia a faccia con una pericolosa realtà politica. Le politiche di guerra, speculazione e saccheggio che sono state perseguite hanno creato un pericolo di decadenza sociale e collasso.”
Le discussioni sulle soluzioni sono positive ma…
La dichiarazione, che ha anche valutato i discorsi di “normalizzazione” che sono tornati all’ordine del giorno, ha affermato: “Il nostro partito, che ha lottato per far crescere il fronte anti-guerra e per socializzare la richiesta di pace pagando un prezzo elevato per anni, non permetterà che i discorsi di normalizzazione vengano utilizzati per nascondere gli attuali problemi che colpiscono il nostro popolo. È positivo che le discussioni sulla soluzione siano tornate all’ordine del giorno. Tuttavia, è chiaro che riproporre i discorsi di “presa di potere” del passato non contribuirà né alla soluzione della questione curda, che è un problema politico, storico e sociale, né ai problemi della Turchia.
Il nostro partito apprezza tutti gli interlocutori e i partiti per la soluzione dei problemi sociali e crede che la vera soluzione sarà possibile non aspettando il governo, ma costruendo un processo organizzato a cui partecipino tutti i lavoratori, i segmenti oppressi e i popoli della Turchia, e lotta per questo da anni.
Il Partito DEM è a favore di una soluzione giusta e democratica basata sull’uguaglianza dei popoli; difendiamo la pace, una costituzione democratica, la libertà e una repubblica democratica. Su questa base, se si vuole trovare una soluzione in Turchia, è essenziale che la società si organizzi attorno alla richiesta di pace e democrazia, che agisca con tutte le sue dinamiche, che sia coinvolta nel processo e che prenda l’iniziativa. La pace non può essere solo tra partiti politici e parti coinvolte nel conflitto; è necessario anche il sostegno sociale. Pertanto, una soluzione permanente deve essere costruita con la volontà comune e la lotta del popolo”.
Il primo passo è rimuovere l’isolamento
Il partito DEM ha aggiunto: “Affinché la pace e la soluzione diventino una vera opzione, uno dei primi e più importanti passi è quello di porre fine all’isolamento, che è una speciale pratica del diritto di guerra contro il signor Abdullah Öcalan.
Il ruolo critico e decisivo del Sig. Öcalan nell’esecuzione e nella gestione dei passati processi di soluzione è indiscutibile. Sebbene l’ultimo incontro con il Sig. Öcalan [il 23 ottobre], che ha rotto l’assoluta mancanza di comunicazione dopo 43 mesi, sia importante e positivo; l’isolamento continua.
Come ha affermato lo stesso Sig. Öcalan, “Se le condizioni sono giuste, ho il potere teorico e pratico di spostare questo processo dal terreno del conflitto e della violenza al terreno legale e politico”. Pertanto, garantire salute, sicurezza e libere condizioni di lavoro, così come la libertà fisica, è di vitale importanza affinché questa missione decisiva venga realizzata e affinché venga aperto il percorso verso la pace sociale. Il terreno per la negoziazione e il dialogo può essere autentico, permanente e inclusivo solo se viene stabilito in condizioni libere e paritarie”.
La pace è il bisogno più urgente
Il partito DEM ha continuato: “Crediamo che la pace sia la necessità più urgente non solo per il popolo curdo, ma per tutti i popoli della Turchia e del Medio Oriente. Una pace onorevole da raggiungere in Turchia sarà anche pace per l’intero Medio Oriente, dove le persone sono state messe le une contro le altre per secoli e che è essenzialmente diventato un centro di guerra. Le difficoltà di costruire una pace permanente, giusta e onorevole e la natura intermittente e volatile di questo percorso, che a volte include processi conflittuali, sono note dall’esperienza mondiale.
Il nostro partito, che da decenni lotta affinché il popolo viva insieme su basi di uguaglianza e in pace, adempirà risolutamente alla sua responsabilità oggi, come ha fatto ieri, per creare le condizioni per vivere insieme e aumentare la speranza di pace. Informare il popolo sui benefici della pace, spiegare la necessità della pace e dimostrare che la lotta per una repubblica democratica è essenziale sono tra i nostri obiettivi primari.
Continuiamo a lottare con determinazione per un futuro in cui tutte le persone possano vivere una vita equa, libera e onorevole, e invitiamo tutti i settori politici e sociali a sostenere e rivendicare le possibilità di pace per una soluzione giusta e democratica della questione curda e per la libertà”.
Continuiamo a lottare con determinazione per un futuro in cui tutte le persone possano vivere una vita equa, libera e onorevole, e invitiamo tutti i settori politici e sociali a sostenere e rivendicare le possibilità di pace per una soluzione giusta e democratica della questione curda e per la libertà”.