“Vogliamo vedere che se ne sono andati per sempre”.Si respira aria di festa, fra i profughi di Kobane, dopo che le forze curde hanno respinto Isil dalla città.Nel campo di Mürşitpınar, sul lato turco del confine siriano, molti aspettano solo che la frontiera sia riaperta, per tornare a casa.
Una casa che per molti di loro potrebbe non esserci più, dopo quattro mesi di conflitto.
Secondo le cifre ufficiali di Ankara, la Turchia ospita attualmente nei campi profughi quasi 200 mila persone provenienti dall’area di Kobane. Lo scorso ottobre la Commissione europea ha stanziato3,9 milioni di euro destinati alle organizzazioni umanitarie.
Ma per ora le autorità turche non lasciano passare nessuno. La città di Kobane è liberata, ma i combattimenti proseguono in alcuni dei villaggi limitrofi.
Una situazione che non spaventa i profughi. “Lasciateci tornare a casa – è la richiesta di uno di loro -, dobbiamo mettere in piedi delle forze di sicurezza che ci proteggano da queste persone crudeli e senza pietà, in modo che non tornino più”.
Una donna ribadisce: “Vogliamo che gli altri paesi ci aiutino, che aiutino la nostra gente. Vogliamo tornare a Kobane e viverci senza che nessuno ci faccia del male. Vogliamo vedere che se ne sono andati per sempre”.
La voglia di tornare è tale che ieri la polizia turca ha dovuto usare i lacrimogeni per impedire ai curdi di attraversare la frontiera per celebrare la vittoria.
Di Selene Verri Euronews