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A fianco della lotta del popolo curdo-Genova

Contro le politiche del governo turco.A fianco della fianco della lotta del popolo curdoÈ passato più di un mese da quando il governo turco ha scatenato la sua nuova guerra.

Non è quella contro l’Isis, che esiste soltanto nella propaganda e nelle chiacchiere, ma quella contro i movimenti curdi, fatta di bombardamenti contro basi del Pkk e zone abitate nel Kurdistan turco e iracheno, e di vaste operazioni repressive contro organizzazioni sociali e politiche della sinistra curda e turca.

Solo nelle ultime settimane, centinaia sono i morti (fra cui molti i civili), moltissimi gli attivisti “desaparacidos”, oltre1500 sono stati finora gli arresti tra le fila di HDP (Partito democratico dei popoli) e di altri partiti legali curdi; gruppi di fascisti turchi (appoggiati dalla polizia) attaccano ogni giorno sedi di partiti ed organizzazioni curde e intere città(come Cizre) sono state circondate ed isolate dall’esercito turco che non permette a nessuno di entrare o uscire;internet è stato oscurato, come le coperture della rete telefonica.

Dalle elezioni politiche del giugno scorso, che avevano visto l’affermazione di HDP con il 13% dei consensi e portato le istanze curde e della sinistra turca in parlamento, sono finiti in carcere 220 esponenti dell HDP, compresi molti amministratori locali eletti.

Di tutto questo si parla poco sui giornali europei, per provare a mascherare il palese contrasto tra l’annuncio della guerra contro l’Isis e la realtà di quella contro i curdi che l’isis lo combattono da sempre.

Compici con la Turchia, tutti i governi europei, compreso ovviamente quello di Renzi: meglio tacere che stigmatizzare o anche soltanto criticare questi attacchi.Il vero motivo che spinge Erdogan ad affossare il processo di dialogo con il Pkk e scatenare guerra e repressione,sta nel fatto che la vittoria elettorale del HDP e dei movimenti curdi gli ha impedito di ottenere la maggioranza assoluta in parlamento e di manomettere in senso autoritario la costituzione turca.

In questo contesto, Erdogan ha deciso a tavolino di usare l’attentato di Suruç, rivendicato dall’Isis, per scatenare una nuova guerra contro la popolazione e le forze politiche kurde e il Pkk, che per 2 anni avevano invece investito nella soluzione pacifica e nel processo di dialogo con la Turchia.

Per mesi la frontiera turco-siriana è rimasta chiusa solo per i curdi e per chiunque volesse portare loro aiuti umanitari, anche nei momenti più drammatici della resistenza di Kobane, ma era invece apertissima per le forze islamiste.

Per mesi la sola resistenza all’isis nel nord della Siria è stata portata avanti dai partigiani e dalle partigiane di Kobane, del Rojava, del PKK, delle città curde poste sul confine… ora Erdogan con la scusa di attaccare l’isis vuole colpire proprio quella resistenza, eliminando di fatto il principale avversario dell’isis ed una esperienza unica di democrazia dal basso ispirata a principi di democrazia diretta, convivenza fra popoli diversi, laicità dello stato,parità di genere fra uomini e donne, uguaglianza, ecologia.Nel frattempo l’Isis ringrazia.

 

Contro le politiche fasciste del governo turco di Erdogan.

Per l’apertura di un corridoio umanitario a Kobane.

Per la cessazione immediata della guerra nei confronti dell’Hdp in Turchia.

Sosteniamo il processo democratico, di cambiamento dal basso del popolo kurdo.

 

VENERDI’ 18 SETTEMBRE

dalle ore 18

PRESIDIO SOTTO IL CONSOLATO TURCO

P.zza De Ferrari Genova

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