Report della seconda missione della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia in occasione della Carovana Internazionale per l’apertura di un corridoio umanitario per Kobane (12-17 settembre 2015).La prima giornata della Carovana Internazionale si è aperta con una visita al centro culturale Amara di Suruç, dove lo scorso 19 luglio è avvenuto il massacro di 33 giovani turchi e curdi che si erano recati al confine per impegnarsi come volontari nella ricostruzione di Kobane.
La Carovana ha incontrato il sindaco di Suruç portando il saluto delle varie delegazioni alla città, il sostegno alla causa curda e il ricordo per le 33 vittime.Ha preso la parola anche un esponente della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus che ha illustrato le iniziative dell’associazione per Kobane e per il Rojava, fra cui il progetto per la ricostruzione di una scuola a Kobane intitolata ad Antonio Gramsci, voluto dal coordinamento della realtà italiane solidali con il popolo curdo.
La Carovana ha poi visitato tre campi profughi dove risiedono abitanti di Kobane fuggiti dalla guerra. I campi sono autogestiti dagli abitanti stessi e messi a disposizione e sostenuti dalla municipalità di Suruç. Molti degli abitanti dei campi, che hanno ospitato per quasi un anno migliaia di profughi, sono tornati a Kobane dopo la difesa e la liberazione dall’attacco dell’ISIS. Le famiglie rimaste hanno la casa distrutta e stanno attendendo l’inizio della ricostruzione per tornare nella loro città.
A pranzo la Carovana è stata ospite della municipalità nel villaggio di Maxsher, primo presidio di riferimento nei pressi della frontiera siriana dove si sono radunate tutte le persone che durante la resistenza di Kobane hanno portato solidarietà e aiuti. Nel pomeriggio invece si è svolta la visita al cimitero che ospita tutti i giovani di Suruç e di altri centri caduti per la difesa di Kobane.
La seconda giornata di attività della carovana 15 settembre è iniziata con un meeting alla municipalità di Suruc.Il primo intervento del covicesindaco ha sottolineato che la crisi di Kobane non deve essere considerata solo come una guerra, ma come una possibilità per ampliare lo sguardo alla questione mediorientale, che potrà essere risolta in futuro solo con il sistema di convivenza sperimentato nei cantoni del Rojava.
La Carovana ha poi visitato tre campi profughi dove risiedono abitanti di Kobane fuggiti dalla guerra. I campi sono autogestiti dagli abitanti stessi e messi a disposizione e sostenuti dalla municipalità di Suruç. Molti degli abitanti dei campi, che hanno ospitato per quasi un anno migliaia di profughi, sono tornati a Kobane dopo la difesa e la liberazione dall’attacco dell’ISIS. Le famiglie rimaste hanno la casa distrutta e stanno attendendo l’inizio della ricostruzione per tornare nella loro città.
A pranzo la Carovana è stata ospite della municipalità nel villaggio di Maxsher, primo presidio di riferimento nei pressi della frontiera siriana dove si sono radunate tutte le persone che durante la resistenza di Kobane hanno portato solidarietà e aiuti. Nel pomeriggio invece si è svolta la visita al cimitero che ospita tutti i giovani di Suruç e di altri centri caduti per la difesa di Kobane.
La seconda giornata di attività della carovana 15 settembre è iniziata con un meeting alla municipalità di Suruc.Il primo intervento del covicesindaco ha sottolineato che la crisi di Kobane non deve essere considerata solo come una guerra, ma come una possibilità per ampliare lo sguardo alla questione mediorientale, che potrà essere risolta in futuro solo con il sistema di convivenza sperimentato nei cantoni del Rojava.
Sul piano della crisi umanitaria sono 220.000 le persone fuggite da Kobane, di questi 68.000 sono stati ospitati solo a Suruç. Intorno a Urfa sono 126.000 i profughi sparsi nei vari distretti. Sono stati creati 7 campi (uno di container e uno di tende) finanziati con risorse limitate provenienti dalle municipalità e dai partiti curdi. Il governo turco ha invece atteso soltanto aprile per allestire un campo per 30.000 persone, dove le libertà e i diritti individuali sono violati e limitati.
Il secondo intervento della delegazione di Kobane, presieduta da Enwer Mislim, Co-Presidente del Cantone di Kobane, ha toccato anche il tema della ricostruzione della città e della società.Nonostante le difficoltà, 370 scuole saranno riaperte e, con il sostegno di Medici Senza Frontiere e della Mezzaluna Rossa Kurdistan di Kobane, sarà realizzato un nuovo ospedale e un ambulatorio per ogni villaggio. Jamila Ahmed del Movimento delle Donne di Kobane ha poi illustrato l’impegno per la ricostruzione dei centri donna distrutti, auspicando il supporto internazionale su questo progetto.Mustafa Abdi ha infine lamentato le difficoltà che la popolazione incontra a causa della mancanza di acqua e viveri. Al momento 1300 case sono state ricostruite. Tra le altre cose, ha inoltre spiegato che la questione più urgente riguarda la rimozione delle macerie e il reperimento di mezzi idonei, mentre dal punto di vista dell’emergenza sanitaria ha sottolineato l’urgenza di organizzare una campagna di vaccinazione efficace per i bambini e la carenza di farmaci anti-veleno contro gli scorpioni.
La delegazione internazionale ha poi partecipato a due riunioni, una con esponenti della società civile e l’altra sui progetti di ricostruzione promossi dalle organizzazioni presenti, fra cui la nostra associazione, che ha illustrato a Enwer Mislim e agli altri presenti i risultati della precedente missione, il proprio contributo alla ristrutturazione di una scuola che sarà dedicata ad Antonio Gramsci, al sostegno ai progetti della Staffetta Sanitaria e alla promozione di gemellaggi e patti di amicizia tra i comuni italiani e le municipalità curde.
Alla fine di questi incontri i rappresentanti della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia hanno consegnato 20.500 euro direttamente nella mani del Co-Presidente del Cantone di Kobane Enwe Mislim con lo scopo di finanziare la ristrutturazione di un edificio scolastico distrutto dalla guerra e intitolarlo ad Antonio Gramsci, come atto di solidarietà concreta delle realtà italiane solidali con la città di Kobane. Il Co-Presidente Mislim ha ringraziato vivamente la nostra associazione, i membri della Carovana Internazionale e tutti coloro che in Italia si impegnano nei progetti di solidarietà. Come dimostra la lettera ufficiale qui pubblicata, l’amministrazione del Cantone di Kobane si è impegnata a documentare l’avvio dei lavori e l’acquisto di materiali per la ristrutturazione della scuola.
Inoltre, il 15 settembre la Carovana internazionale ha convocato una conferenza stampa nel villaggio di Maxsher, a pochi km dal confine con la Siria, per denunciare il rifiuto da parte della autorità turche a concedere l’ingresso a Kobane di una delegazione istituzionale della Carovana e la consegna di un carico di farmaci da donare all’ambulatorio civile della Mezzaluna Rossa Kurdistan di Kobane.
Nell’ultima giornata rappresentanti della Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia hanno infine visitato insieme agli altri delegati della Carovana la città di Diyarbakir (Amed), incontrando deputati ed esponenti locali dell’HDP e del Congresso delle Donne Libere, per poi recarsi in sopralluogo nel quartiere di Sur, teatro di recenti e violentissimi scontri tra l’esercito e la polizia turca e la popolazione locale. I delegati della Carovana, tra cui due deputati del parlamento italiano, hanno potuto così testimoniare le violazioni di diritti umani, il danneggiamento di edifici e luoghi di culto e le condizioni ambientali di rischio ed emergenza in cui permangono gli abitanti del quartiere.
Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus