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Kurdistan

Giovani donne difendono Silvan: resisteremo fino alla libertà

I giovani, che resistono nei tre quartieri sotto l’attacco delle forze di sicurezza turche a Silvan, hanno promesso che la loro resistenza continuerà fino a quando non creeranno zone libere contro le atrocità.

Le giovani donne Ekin Firat e Rodi Amed, che guidano la resistenza popolare a Silvan zona Mescit, sono state intervistate da ANF sugli obiettivi della lotta.

Resistiamo contro l’atrocità di stato

Ekin Fırat: Sono entrata in questa resistenza come una donna che si solleva contro le catene della schiavitù, generate dal sistema nei confronti del popolo. Lo stato sta attaccando e uccidendo la nostra gente con i suoi carri armati e l’ artiglieria. Noi siamo qui come forza di autodifesa, ma anche i civili stanno resistendo accanto a noi.

La storia non si è mai ricordata delle atrocità subite dal popolo curdo da parte dello Stato turco. Il nostro obiettivo non è solo quello di scavare trincee, ma dimostrare che possiamo sconfiggere lo Stato, con le trincee che costituiscono una difesa contro gli attacchi rivolti nei confronti del nostro popolo. Si tratta di aree in cui proteggiamo il nostro popolo dalle atrocità dello stato. Si tratta di aree in cui risolviamo i problemi al di fuori delle regole dello Stato.

Le atrocità non colpiscono solo i cittadini di Silvan

Le atrocità commesse non prendono di mira solo le persone di Silvan, ma riguardano tutte le donne del mondo. Pertanto esortiamo tutte le donne a sostenere ed abbracciare questa resistenza.

Vogliamo che si sappia molto bene che il nostro obiettivo non è quello di dividere il paese. Vogliamo vivere insieme turchi e curdi in queste terre, e avere due bandiere.

Ci governeremo da soli

Rodi Amed: Sono di questa gente, una civile e non affiliata ad un’organizzazione. Sono solo una cittadina di questo quartiere che chiede la fine delle atrocità di stato contro il popolo. Noi e la nostra gente vogliamo autogovernarci e condurre una vita libera e democratica.

Resistenza fino alla libertà

Un’altra cosa che chiediamo è la liberazione del nostro Leader (Abdullah Öcalan). Noi non rinunceremo alla lotta, né chiuderemo le trincee fino a quando non sarà liberato e tornerà da noi.

ANF

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