Aderiamo al corteo di solidarietà con il popolo curdo per la liberazione di Abdullah Oçalan; aderiamo con convinzione ad una manifestazione che innanzitutto riteniamo faccia chiarezza in un momento di confusione, ipocrisia, propaganda e di forte incremento di provvedimenti restrittivi della libertà di tutti e di nuove guerre cosiddette di ”civiltà/religione”; a farne le spese sono sempre più profughi ed i migranti, capro espiatorio della fortezza Europa, che blinda le frontiere ed è responsabile con le sue leggi liberticide dell’ecatombe di morti in fondo al Mare Mediterraneo.
Mentre veniamo bombardati mediaticamente da messaggi e proclami uniformati dal concetto di guerra necessaria, mentre i nostri territori sono quotidianamente sventrati da politiche speculative e a favore della crescente militarizzazione, da popoli a noi non molto distanti (abitanti fasce di territori in Siria, Turchia, Iraq), Iran, arriva una risposta chiara: l’ISIS può essere sconfitto solo dalla coesione, dall’unità e dalla determinazione di un popolo deciso a liberarsi da un nemico crudele, fanatico e fascista, e dalle catene dello sfruttamento capitalistico, statale e patriarcale. Il popolo curdo, nella regione del Rojava ha ricacciato l’ISIS lontano, nonostante l’appoggio a questi fornito dal collaborazionismo degli Stati Uniti e dallo dallo Stato turco (fuori dall’UE ma membro NATO).
Il messaggio è chiaro: solo i popoli, uniti oltre ogni delega in un progetto di cambiamento rivoluzionario ed egualitario, con le donne in testa, possono affrontare e sconfiggere il capitalismo e i fascismi religiosi, avviando un reale cambiamento sociale in Medioriente da anni afflitto da guerre e conflitti che hanno fatto ricche le multinazionali del petrolio e degli armamenti e le classi al potere nei rispettivi stati.
Riteniamo che quella del PKK e del movimento che da esso scaturisce sia la risposta migliore a chi oggi conduce nuove guerre contro una minaccia terroristica che altro non è che il risultato di decenni di guerre devastanti e predatorie, spesso fabbricata dalle stesse centrali militari/industriali occidentali per difendere, in nome dell’esportazione della “democrazia”, gli interessi delle multinazionali. Al Qaeda ieri, l’ISIS oggi, sono state create, addestrate e finanziate dalla CIA in chiave antisovietica e antisiriana; solo molto tempo dopo si sono autonomizzate, investendo con il loro potenziale militare ogni ostacolo frapposto al loro fanatismo e integralismo. Il recente vertice del G20 in Turchia ha sdoganato il macellaio Erdogan, che alimenta nuovi venti di guerra nel Medioriente e vorrebbe cancellare col terrorismo di stato l’eroica resistenza del popolo curdo.
Questa spirale di guerra e violenza è prodotta da logiche di dominio a cui ci opponiamo. Per questo da anni combattiamo contro il MUOS e contro la militarizzazione della Sicilia e del Mediterraneo, a fianco di tutti i popoli che lottano contro gli imperialismi e i militarismi.
Il 12 dicembre sfiliamo a Palermo contro tutte le stragi di Stato, da Piazza Fontana ad Ankara, per la liberazione di Oçalan, per il diritto all’autodeterminazione dei popoli curdi e di tutti i popoli sottomessi, a sostegno del progetto di confederalismo democratico per tutti i popoli del Medioriente, che rappresenta un programma di liberazione in fase di attuazione nelle aree liberate del Kurdistan siriano e in alcune province turche, e un faro di speranza per tutta l’umanità oppressa.
I popoli in rivolta scrivono la storia: NO MUOS fino alla vittoria!Libere/i tutte/i! Dalla Sicilia al Kurdistan libertà per Oçalan!
Coordinamento regionale dei comitati No Muos