Il prossimo 17 e 18 marzo il Consiglio Europeo si riunirà nuovamente per decidere la sorte dei migranti, dopo il vertice avuto con la Turchia lo scorso 7 marzo. Tra le altre cose all’ordine del giorno ci sono:
-la ratifica dell’ulteriore finanziamento alla Turchia di 3 miliardi di euro come incentivo per impedire ai migranti di lasciare la Turchia e raggiungere i paesi europei attraverso la Grecia.
-la messa a punto di un piano di identificazione e schedatura dei migranti presso hot-spots situati nelle isole greche, gestiti congiuntamente dafunzionari greci e turchi.
-l’individuazione di procedure per l’espulsione dei migranti che non siano ritenuti idonei di ricevere protezione verso la Turchia entro 48 ore dal loro arrivo in Grecia.
Quello che si deciderà a Bruxelles sarà quindi il più grande piano di deportazione e concentramento mai concepito dalla fine della seconda guerra mondiale e l’ultima abiezione della politica del filo spinato che i governi d’Europa praticano da mesi, in spregio a qualsiasi principio umanitario e in barba agli stessi trattati europei.
La Turchia non può essere considerato un “paese sicuro” per i profughi, come ipocritamente dichiarano i governanti europeo. Il suo Governo non è in grado di garantire sicurezza e libertà neanche per i suoi cittadini: da mesi massacra la minoranza curda, incarcera e inquisisce giornalisti, magistrati, sindacalisti e docenti universitari.
L’Europa libera di Schengen, l’Europa dell’accoglienza e dei “buoni principi” è un simulacro dietro cui si nasconde il suo fondamento neoliberista: tutelare proprietà e benessere delle classi dominanti europee a discapito degli oppressi che, dentro e fuori i suoi confini, lottano per la loro sopravvivenza.Noi sappiamo che i soldi che l’Europa darà alla Turchia di Erdogan non serviranno ad aiutare i profughi, ma andranno a finanziare la guerra in Siria contro le forze di autodifesa delle Ypj e Ypg che da anni contrastano l’avanzata dell’Isis e la devastazione dei territori curdi del sud est turco, dove vige costantemente il coprifuoco.
Con il pretesto della “guerra al terrorismo”, la città di Cizre e il quartiere di Sur a Diyarbakir sono stati letteralmente rasi al suolo dalle forze di sicurezza turche, provocando centinaia di morti e migliaia di sfollati. Come accade da più di cento anni, il popolo curdo viene ancora una volta sacrificato in nome dei reciproci interessi di Europa e Turchia.
Noi chiediamo che i nostri soldi non vadano a finanziare la guerra che il governo di Erdogan sta portando avanti dentro e fuori i suoi confini contro la popolazione curda e deploriamo qualsiasi dichiarazione che lo stato turco ha fatto sull’ennesima strage ad Ankara additando il Pkk come il responsabile per giustificare una nuova offensiva militare nelle città del Kurdistan turco e in Siria contro le postazioni delle forze di autodifesa del popolo.
Mercoledi 16 marzo ore 15.30 a piazza delle 5 lune, vicino al Senato-Roma
– per ribadire il nostro no all’ennesimo finanziamento al governo assassino di Erdogan
– in solidarietà alla lotta e alla resistenza della popolazione curda in Siria e nel sud est della Turchia
Rete Kurdistan Italia