TUHAD-FED ha rilasciato un rapporto sulla violazione dei diritti nelle carceri negli ultimi 3 mesi, ed ha affermato che le carceri hanno attuato pratiche che ricordano i giorni del colpo di Stato del 12 settembre, le quali si sono intensificate dopo le operazioni genocide.La Federazione delle associazioni per l’aiuto alle famiglie dei detenuti politici (TUHAD-FED) ha condiviso il proprio rapporto con l’opinione pubblica sulla situazione nelle carceri negli ultimi 3 mesi.
Divieti, esili, sanzioni, tortura..
Il rapporto afferma che le violazioni dei diritti in tutte le carceri sono in aumento, in modo particolare dall’inizio delle operazioni genocide,e includono esilio, perquisizioni a nudo, sanzioni disciplinari, divieti di comunicazione e confisca di beni privati.
Il rapporto afferma che più di 600 detenuti sono stati esiliati dalle carceri in Kurdistan alle carceri in Turchia.I prigionieri trasferiti con il pretesto del “trasferimento” comprendono diversi detenuti malati le cui cure non sono possibili in altre carceri.Il rapporto sottolinea anche che l’esilo è imposto solo ai detenuti politici come politica di Stato.Il rapporto evidenzia che i detenuti durante l’esilio sono soggetti a maltrattamenti, a perquisizioni a nudo ,e a serie pressioni fisiche e psicologiche, ancora all’atto dell’ingresso nel nuovo carcere.
Precisando che gli attacchi genocidi dell’AKP influiscono anche le carceri, il rapporto afferma che le amministrazioni e le guardie carcerarie hanno assunto un trattamento che supera i limiti della dignità umana al livello della tortura.Il rapporto afferma che l’amministrazione carceraria commina sanzioni illegali ai detenuti, inclusi “divieti di comunicazione , divieti di attività sociali e confino solitario”.
Il rapporto evidenzia che le perquisizioni in carcere sono diventate più frequenti e i beni privati dei detenuti come libri, giornali, lenzuola, coperte, tavoli e sedie vengono confiscati.
Ostacolato il diritto alla salute
Il rapporto ha incluso anche la violazione dei diritti come la riduzione delle visite degli avvocati, il diniego del diritto di difendersi in madrelingua, il fallimento nell’avviare indagini sui reclami dei detenuti e l’ostacolo del diritto alla salute per tutti i detenuti inclusi i malati cronici.
Pratiche del 12 settembre
Il rapporto di TUHAD-FED ha affermato anche che le pratiche che riportano alla mente il colpo di Stato del 12 settembre vengono ancora imposte ai detenuti,come le adunate in piedi ed e a fila unica durante le visite in ospedale, in infermeria e durante le visite telefoniche e dei familiari.
AMED – ANF