Il governo di Turchia dell’AKP ha messo in campo un altro colpo di stato contro la stampa libera.Il governo dell’AKP ha pubblicato due nuovi decreti nell’ambito del prolungamento dello stato di emergenza.
Di conseguenza, i principali media pro-curdi sono stati chiusi, che sono:
Agenzie stampa
Dicle News Agency (DIHA)
Women’s News Agency (JINHA)
Quotidiani
Özgür Gündem (Istanbul)
Azadiya Welat (Amed)
Yüksekova Haber (Hakkari)
Cizre Postası (Şırnak)
İdil Haber (Şırnak)
Güney Express (Şırnak)
Prestij Haber (Van)
Urfanatik (Urfa)
Kızıltepe’nin Sesi (Mardin)
Riviste
Tîroj (Istanbul)
Evrensel Kültür (Istanbul)
Özgürlük Dünyası (Istanbul)
D’altra parte, tre avvocati al massimo saranno autorizzati a sostenere i clienti nei casi legati al terrorismo.
La stampa turca sotto lo stato di emergenza
Dopo il tentativo di colpo si stato il 15 luglio, da quella data è stato dichiarato lo stato di emergenza (OHAL) e il paese è amministrato solo dal governo attraverso decreti con il potere di legge.
L’Ohal turco ha frequentemente prodotto attuazioni illegali e sproporzionate incluse detenzioni, arresti, e chiusure nei confronti dei media.
Sotto l’OHAL a ottobre sono stati arrestati 107 giornalisti e 10 distributori sono stati arrestati, 78 corrispondenti sono stati posti in detenzione, 755 tessera da giornalista sono state annullate secondo il Rapporto dell’Osservatorio sui Media Bianet (luglio-agosto-settembre).
In luglio e settembre 2016 approssimativamente 2500 giornalisti e lavoratori dei media sono rimasti senza impiego dopo che numerosi organi di informazione sono stati chiusi attraverso decreti del governo.