Bruxelles e Berlino vogliono dialogo per salvare l’accordo sui profughi con la Turchia.Dopo la richiesta del Parlamento Europeo di giovedì di congelare temporaneamente i negoziati con la Turchia per l’ingresso nell’UE, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato l’UE con l’apertura dei confini. »Se andate ancora avanti i confini verranno aperti, ricordatevelo«, ha detto Erdogan venerdì a Istanbul.
Bruxelles e Ankara a marzo avevano stipulato un accordo per impedire ai profughi di arrivare in Europa. L’UE in cambio aveva prospettato ad Ankara una rimozione accelerata dell’obbligo di visto per i cittadini turchi. Questa non è ancora avvenuta con la motivazione che la Turchia si è rifiutata di modificare le sue leggi antiterrorismo.
Erdogan aveva già più volte minacciato di far saltare l’accordo sui profughi in assenza della liberalizzazione dei visti. Dopo che il Parlamento Europeo giovedì per »repressioni sproporzionate«, con le quali il governo turco procede contro gli oppositori ha chiesto di fermare provvisoriamente i colloqui per l’ingresso nell’UE, ora Erdogan alza i toni.
A Bruxelles intanto venerdì si è detto che si vuole mantenere l’accordo sui profughi e che si farà di tutto »perché sia un successo«, come ha detto un portavoce della Commissione UE. La commissione avrebbe »preso atto« del voto del Parlamento Europeo di giovedì. Ora sarebbe necessaria una »discussione più complessiva tra tutte le istituzioni«. Così la prossima settimana a Bruxelles si terrà un incontro con il Ministro turco per l’Europea Ömer Celik, per consultazioni sui negoziati per l’ingresso nell’UE.
Anche il governo tedesco ha immediatamente fatto appello alla collaborazione. Dove ci sono difficoltà, bisogna parlarne insieme, così la vice portavoce governativa Ulrike Demmer. Berlino considera l’accordo con Ankara sui profughi un »successo comune«: »La prosecuzione è nell’interesse di tutti i partecipanti.« Una portavoce dell’Ufficio per gli Affari Esteri inoltre ha fatto riferimento al »grande interesse« della Germania a una »via europea« della Turchia. Starebbe però comunque ad Ankara decidere se proseguire questa via.
Da Junge Welt