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Kurdistan

Idee dietro le sbarre

Il giornalista investigativo Ahmet Sik arrestato in Turchia. Avvio di processi contro scrittori, redattori di giornali e attivisti per i diritti umani “Mi stanno arrestando«, ha twittato il noto giornalista e autore Ahmet Sik giovedì dopo che la polizia aveva fatto irruzione nella sua abitazione di Istanbul. »Vengo portato in procura per via di un tweet.« Contro Sik, che nel 2014 era stato insignito del premio UNESCO per la libertà di stampa, si indaga per vilipendio della Repubblica di Turchia, della giustizia, dell’esercito e delle autorità di polizia per »propaganda terroristica«, ha riferito l’agenzia stampa di stato Anadolu. Quali siano le dichiarazioni di Sik, che più volte ha accostato il regime autoritario del Presidente Recep Tayyip Erdogan al fascismo, si tratti di preciso non è noto. Per via dello stato di emergenza Sik potrà vedere un avvocato solo dopo cinque giorni.

Il giornalista investigativo di sinistra è diventato noto soprattutto come aspro critico del movimento del predicatore Fethullah Gülen in esilio negli USA, al quale il governo turco attribuisce la responsabilità del tentativo di golpe del luglio 2016. Pubblici ministeri vicini a Gülen nel 2011 avevano messo Sik in custodia cautelare per un anno a causa del suo libro “L’esercito dell‘Imam«, vietato ancora prima della pubblicazione, sulle infiltrazioni del movimento Gülen nella polizia. Dopo la rottura tra il partito di governo AKP e il movimento Gülen, Sik ha inoltre ricordato che la setta ora perseguita come »nemico pubblico numero uno« doveva la sua influenza ad anni di sostegno da parte di Erdogan. »Il movimento Gülen e l’AKP sono entrambi complici nel commettere reati”, ha scritto Sik nel mese di ottobre. “Fethullah Gülen e Recep Tayyip Erdogan vanno portati in tribunale insieme.”

A Istanbul giovedì davanti alla 23a Corte Penale a Caglaya è iniziato anche il processo contro nove editori e componenti del comitato di reazione del quotidiano filo-curdo Özgür Gündem. Il giornale nel mese di agosto è stato vietato per decreto in base allo stato di emergenza come presunto portavoce del Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK fuori legge. Tra gli imputati ci sono la scrittrice Asli Erdogan e la linguista Necmiye Alpay che da agosto si trovano in carcere. Ma nel loro caso la procura ha chiesto il rilascio. Sotto accusa sono anche l’editore Ragip Zarakolu e la Presidente dell’Associazione per i Diritti Umani IHD, Eren Keskin. Gli viene imputata appartenenza al PKK propaganda terroristica, la pubblica accusa chiede l‘ergastolo. L’avvocata per i diritti umani Eren Keskin attiva da anni viene accusata di essere stata »una combattente del PKK con la penna« in quanto caporedattrice di Özgür Gündem. Alla 49enne Asli Erdogan nell’atto di accusa viene addebitato come propaganda terroristica per il solo fatto di aver usato il suo noto nome di autrice di romanzi per Özgür Gündem. Inoltre nei suoi testi avrebbe rappresentato componenti della guerriglia curda in modo umano. “Nell’estrapolazione di alcune parole da otto libri e centinaia di articoli, si rispecchia lo spirito dell’inquisizione medievale”, ha constatato Asli Erdogan nella sua dichiarazione processuale.

Secondo quanto riferito dall’associazione dei giornalisti turca TGC attualmente nel Paese sul Bosforo si trovano in carcere quasi 150 giornalisti.

di Nick Brauns

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