[divider]27 Febbraio 2013 [/divider] Sakine Cansız, co-fondatrice del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), 55 anni, Fidan Doğan, 32 anni, rappresentante del KNK (Congresso Nazionale Kurdo, Kurdistan National Congress) a Parigi e Leyla Söylemez, giovane attivista del movimento, sono state assassinate la notte fra il 9 e il 10 gennaio all’interno dell’Ufficio di Informazione del Kurdistan di parigi. Tre donne, tre generazioni diverse, accomunate dalla volontà di trovare la pace e la dignità per il loro popolo, il popolo kurdo, e dall’impegno attivo per raggiungere tale obiettivo.
Le autorità francesi hanno arrestato un uomo, Ömer Güney, che sarebbe l’esecutore materiale degli omicidi, avanzando l’ipotesi che sia un militante del movimento kurdo; in realtà particolari emersi successivamente e le rivelazioni di Murat Şahin, ex membro del MIT (l’intelligence turca) contribuiscono a far luce sul coinvolgimento di Güney con i servizi segreti turchi. L’uomo, originario di una famiglia nazionalista e con disponibilità economiche notevoli nonostante non risulti titolare di redditi ufficiali, si sarebbe infiltrato fra le associazioni kurde di Parigi con il fine di portare a compimento l’assassinio delle tre donne. Rimane da chiarire chi abbia progettato e ordinato l’attacco, il cui obiettivo di alto livello non può essere stato individuato dal solo Güney. Inoltre non si può tralasciare il fatto che un delitto del genere sia stato portato a compimento in un palazzo e una zona di Parigi che sono sotto il costante controllo delle autorità di sicurezza francesi; com’è possibile che non si sia potuto prevedere e impedire questo orrendo crimine? Ci sono forse state complicità inconfessabili che hanno portato alla sua realizzazione?
Così come a Parigi e in altre città europee, anche i kurdi rifugiati in Italia e la Rete Kurdistan Italia, composta da varie associazioni che sostengono le richieste di libertà e pace del popolo kurdo, manifesteranno in presidio ogni mercoledì per testimoniare il loro rispetto a queste tre donne che hanno sacrificato la loro vita per la pace e i diritti del loro popolo e per chiedere alle autorità francesi di fare piena luce su quanto accaduto, fatto che – ci si augura – non influisca negativamente sulla ripresa dei contatti per l’avvio di un negoziato tra il governo turco e il leader kurdo Abdullah Őcalan detenuto in isolamento sull’isola di Imrali dal 1999.
Il primo presidio davanti alla rappresentanza francese in Italia, così come in contemporanea avverrà in molte altre città europee, si terrà
Mercoledì 27 febbraio
dalle 11.00 alle 13.00
di fronte all’ambasciata francese a Roma
piazza Farnese – angolo via dei Baullari
UIKI – Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia; La comunità kurda in Italia; La Rete Kurdistan Italia
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