Il co-presidente del PJAK Siyamend Moûnî ha affermato che l’Iran ha due possibili percorsi per il futuro: “trasformazione democratica” o “diventare Siria/Iraq”. Il co-presidente del Partito della Vita Libera in Kurdistan (PJAK) Siyamend Moûnî ha detto che con la costituzione dell’unità nazionale, i curdi possono uscire vittoriosi dai conflitti in corso.
Il co-presidente del PJAK Siyamend Moûnî ha risposto alle domande di ANF sulle crisi politiche e militari in Medio Oriente incentrate sul Kurdistan e sull’unità nazionale. Moûnî ha evidenziato che la regione sta attraversando un periodo nel quale crisi politiche, militari, diplomatiche e di sistema e il caos stanno diventando più profondi. Moûnî ha detto che è mdi grande importanza che il popolo curdo che il popolo curdo si mostri all’opinione pubblica con una strategia congiunta incentrata sulle sue richieste e che l’unità nazionale è imperativa perché questo accada.
Sostegno incondizionato all’unità nazionale
Moûnî ha sottolineato che sono pronti a dare tutto il sostegno perché il popolo curdo possa raggiungere l’unità nazionale e avere una strategia comune e ha aggiunto: “Come partito impegnato nella lotta nel Kurdistan orientale, attraverso il confederalismo democratico proponiamo un sistema dove tutti i popoli e tutte le forze possano esprimersi e rivendicare i propri diritti. Proponiamo di continuare la lotta attraverso il paradigma della società democratica contro la dittatura e le invasioni. Abbiamo avuto alcuni incontri per trovare una base comune per i partiti e le forze del Kurdistan orientale e ora il KNK continua questi sforzi a più ampio raggio. Per parte nostra siamo pronti a fare qualsiasi cosa sia necessario perché siamo d’accordo che il popolo del Kurdistan ha bisogno di una voce unita.”
Molto importante per il Kurdistan orientale
Moûnî ha detto che gli sforzi del KNK per l’unità nazionale sono una grande opportunità per tutto il Kurdistan e ha proseguito: “Perché proprio ora la situazione in cui si trova il nostro popolo nelle quattro parti del Kurdistan ci spinge verso l’unità. Questi sforzi sono anche più significativi per il Kurdistan orientale. Sapendo che questo periodo è molto critico, la questione deve essere affrontata fuori da schemi di partito e personali e in un quadro nazionale. Possiamo andare oltre la crisi attuale con un’affermazione rivoluzionaria, libertaria e ugualitaria.”
Il Pjak preferisce una trasformazione democratica
Moûnî ha detto che considerando la nuova amministrazione negli US, il periodo seguito alla Guerra del Golfo e lo stato di guerra in Iraq e Syria, nuovi sviluppi sembrano inevitabili anche per l’Iran. Moûnî ha anche sottolineato che l’asse principale della crisi si sta spostando sempre di più verso la regione del Kurdistan e che è inevitabile che prima o poi avrà un effetto sull’Iran. Il co-presidente del PJAK Siyamend Moûnî ha detto che l’Iran ha due opzioni:
– Basare la politica sulla trasformazione democratica nel Rojhelat e in tutto l’Iran,
– Diventare Iraq/Siria.
Il co-presidente del PJAK Moûnî ha affermato che la seconda opzione sarebbe un disastro per i popoli iraniani e ha detto che la preferenza del PJAK è l’Iran scelga la trasformazione democratica.
Il Pjak è pronto in ogni caso
Alla domanda se sono preparati per entrambi gli scenari, il co-presidente Siyamend Moûnî ha detto: “Indubbiamente preferiamo la trasformazione democratica. Se questo non dovesse succedere il Kurdistan si difenderà. Abbiamo la forza e l’esperienza per farlo. Nessuno deve dubitare del fatto che difenderemo il nostro popolo e il nostro Paese. Abbiamo fatto tutti i preparativi necessari.”
ANF – FERZAD KAMYARAN – MAHABAD