Nella Giornata Mondiale dei Minatori, ricordiamo i minatori uccisi a Soma a causa della mancanza delle più semplici precauzioni. Non si può fare niente per compensare la perdita delle famiglie delle vittime in questo disastro. Ma la loro storia deve essere ricordata a tutti e tutti devono trarne una lezione per evitare ulteriori tragedie non compensabili.
Il 13 maggio 2014, nel pomeriggio diversi canali TV lanciarono la notizia che c’era stata un’esplosione in miniera nel distretto di Soma in Turchia.
Quante persone fossero esattamente intrappolate nella miniera, come fosse esplosa la rete elettrica e quante reti elettriche ci fossero, se all’interno ci fosse ossigeno quando è esplosa la rete, non era noto per via della mancanza di indagini regolari e dell’assenza di leggi vincolanti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Secondo un rapporto presentato da esperti all’ufficio della procura di Soma, ventilazione scarsa, maschere antigas non funzionanti, l’assenza di sensori di gas e di camere di salvataggio e la presenza di troppe attrezzature infiammabili erano problemi della miniera regolarmente trascurati dai proprietari della miniera.
“Possiamo entrare nelle miniere orizzontalmente, non verticalmente. Ci sono grandi gallerie, nessun sistema di pozzi. La profondità nel sottosuolo è 150-200 metri.” disse in TV il rappresentante del Sindacato dei Minatori dell’Egeo per spiegare i problemi nel salvataggio dei minatori intrappolati.
La Confederazione dei Lavoratori Progressisti (DISK), La Confederazione dei Lavoratori Pubblici (KESK), l’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti (TMMOB) e l’Ordine dei Medici Turchi (TTB) rilasciarono una dichiarazione congiunta annunciando una giornata di sciopero dedicata al disastro con lo slogan “Noi sappiamo chi è responsabile del massacro a Soma”.
Quando Erdogan arrivò nel distretto di Soma, il numero dei morti nel disastro nella miniera di carbone era salito a 232.
Erdogan affrontò le proteste nel distretto di Soma trovando rifugio in un supermercato locale prima che le sue guardie riuscissero a portarlo via. Il Video pubblicato nei social media mostra chiaramente che Erdogan minacciava i manifestanti che erano parenti dei minatori. Si sentiva Erdogan dire a un manifestante “se fischiate verrete presi a schiaffi”.
Inoltre Yusuf Yerkel, uno dei consulenti di Erdogan, prese a calci un manifestante trattenuto dalla polizia proprio davanti alla stampa.
Non è successo solo a Soma. Il disastro portò a proteste a Soma e in tutta la Turchia che vennero disperse dalla polizia antisommossa usando proiettili di gomma e idranti.
Molti dei minatori venivano da villaggi agricoli, dove le attività tradizionali di coltivazione di tabacco e allevamento di bestiame sono andate sparendo negli ultimi anni perché il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) al governo ha cercato di aprire e industrializzare l’economia.
Il carbone è rapidamente diventato essenziale per la crescita del Paese, la produzione di elettricità, lavoro e riscaldamento per i poveri ai quali venivano regolarmente dati gratis sacchi di carbone durante le campagne elettorali.
L’incidente a Soma è diventato il peggiore disastro i miniera in Turchia. Il numero dei morti salì a 301 persone.
Dopo il “massacro”, né il Primo Ministro né il Ministro dell’Energia, il Ministro del Lavoro e della Sicurezza Sociale e l’aiutante che prese a calci il manifestante si sono dimessi. I proprietari della miniera sono riusciti a sfangarla per alla negligenza rispetto alla sicurezza nel posto di lavoro in favore di profitto che ha portato alla morte di 301 minatori.
di Gokcan Aydogan