[divider]12 Marzo 2013 [/divider] Secondo statistiche ufficiali, più di 50 attivisti politici e sociali sono stati arrestati da parte delle forze del regime iraniano durante gli ultimi due mesi. Nel corso degli ultimi giorni, è cominciata una nuova ondata di arresti, in particolare nelle città di Pawe, Mahabad e Sine (Sanandaj). Il Regime Islamico dell’Iran ha intensificato la pressione sugli attivisti kurdi tramite arresti illegali di massa, emettendo pene capitali e maltrattando le famiglie dei detenuti.
La scora settimana, 15 cittadini kurdi sono stati arrestati ed inviati nelle carceri dell’agenzia d’intellgence iraniana. 12 persone sono state arrestate a Pawe e 6 attivisti e giornalisti a Mahabad e Sine (Sanandaj); tra di loro vi sono anche Xosro e Masoud Kordpoor.
La nuova ondata di arresti viola evidentemente i diritti umani fondamentali dei cittadini ed attivisti kurdi.
Le famiglie dei detenuti invece non ottengono nessuna informazione sul luogo di detenzione e sulle ragioni che l’hanno causata. La pressione e la repressione contro gli attivisti kurdi nel Regime Islamico Iraniano non rappresentano un fatto nuovo: questa politica è stata perseguita durante tutta la sua esistenza. Lottare contro la pena di morte e difendere i prigionieri politici sono i compiti principali di tutti gli attivisti per i diritti umani ed i costruttori di pace. Un regime che pratica la pena capitale cerca di intimorire le persone e prolunga in questo modo la propria dittatura. Perciò tutti gli attivisti per i diritti umani e le associazioni internazionali hanno il dovere di impedire la violenza in corso e di fermare un’altra tragedia.
ANF News Desk