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Diritti umani

Guerra mediatica turca

Il governo detta le regole su come dare le notizie sull’ingresso a Afrin. Arrestati oppositori della guerra- Le Turchia fa la guerra contro il cantone curdo di Afrin nel nord della Siria e contro il fatto che si sappia la verità in proposito. Immediatamente dopo l’inizio dell’impiego dell’esercito e di gruppi islamisti suoi alleati, il domenica Presidente del Consiglio dei Ministri Binali Yildirim ha convocato numerosi rappresentanti dei media a un incontro a Istanbul. In quella sede ha presentato ai rappresentanti dei maggiori e più influenti organi di stampa un piano di 15 punti su come devono riferire dell’aggressione.

All’incontro, oltre a Yildirim ha partecipato anche il Ministro della Giustizia Bekir Bozdag, il Ministro della Difesa Nurettin Canikli, il vice-presidente dell’AKP Mahir Ünal e il segretario di Stato Fuat Oktay. Subito dopo l’incontro ne ha riferito l’agenzia stampa curda Firat. Punto centrale di tutte le corrispondenze turche deve essere che l’operazione militare serve in prima linea per la protezione della propria popolazione civile. Opportunamente nel fine settimana ci sono stati diversi attacchi missilistici dalla Siria a zone di confine turche presso Reyhanli e Kilis. Secondo quanto riferito dall’agenzia stampa statale Anadolu, una persona è rimasta uccisa e almeno 50 ferite.

Il comandante in capo delle Unità di Difesa del Popolo curde (YPG), Sipan Hemo, in proposito ha dichiarato lunedì all’agenzia stampa Anha che dalle YPG non sono stati lanciati missili in direzione della Turchia e che probabilmente si tratta di un’operazione coperta dei servizi segreti turchi MIT.

Secondo Firat, un altro punto sulla lista di Yildirim sarebbe che l’operazione militare non è diretta solo contro il PKK e il partito il partito omologo PYD, ma anche contro »Stato Islamico« (IS). Questa »informazione« è stata diffusa da media turchi e internazionali come l’agenzia stampa francese AFP o dal telegiornale tedesco, cioè ripresa senza verifica, nonostante il fatto che IS non sia affatto attivo a Afrin.

Inoltre la stampa è tenuta a riferire che l’esercito usa solo armi turche. In questo modo si vuole tacere quello che si vede in numerose immagini dell’invasione. Ad esempio sono impegnati anche carri armati »Leopard 2«-di produzione tedesca.

In linea generale non si deve riferire neanche di perdite, soldati morti o fatti prigionieri. Gli interessi nazionali della Turchia devono essere al centro di tutte le corrispondenze, in particolare voci internazionali non vanno riprese o rappresentate.

Tutti coloro che si esprimono sulla guerra in modo critico o negativo non devono trovare posto nelle corrispondenze. Questa direttiva viene attuata anche dalla polizia nelle strade. Manifestazioni di protesta del Partito Democratico dei Popoli (HDP) di sinistra e filo curdo e di altre organizzazioni progressiste domenica a Istanbul e Ankara sono state vietate e disperse con la violenza con numerosi arresti e feriti.

Inoltre il portale di notizie Diken riferisce che lunedì mattina si sono verificate in almeno 38 casi perquisizioni domiciliari e arresti perché gli accusati su Internet si sarebbero pronunciati contro l’invasione. Per gli stessi motivi contro almeno 80 persone sono in corso indagini per »propaganda terroristica« o »sostegno a organizzazioni terroristiche«.

Anche le notizie di media turchi sul fatto che alcuni gruppi stanno lasciando le Forze Siriane Democratiche (FSD) e sono passate dalla parte turca, domenica si sono rivelate essere un falso. Il comandante del gruppo, Ceyşül Suvar, ha dichiarato a Firat che l’intera unità combatte contro l’aggressione turca.

 

di Kevin Hoffmann

da Junge Welt

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