Angela Merkel riceve il Presidente del Consiglio dei Ministri turco a Berlino. Il governo federale continua il corso cameratesco con Ankara- Decine di migliaia di oppositori sono rinchiusi nelle carceri turche, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan che governa da autocrate sogna la ricostituzione dell’Impero Ottomano e carri armati tedeschi »Leopard 2« avanzano nel catone della Siria del nord a maggioranza curda come parte di una forza armata che collabora con milizie di tagliatori di teste e stupratori.
A Berlino giovedì ciononostante il Presidente del Consiglio dei Ministri turco Binali Yildirim è stato ricevuto in modo marcatamente amichevole. Si valuta però criticamente la carcerazione del giornalista Welt Deniz Yücel che dura ormai da oltre un anno. La trasformazione della Turchia in una dittatura fascista e il suo ingresso lesivo della legalità internazionale nelle zone curde in Siria interessano appena. In modo secco e conciso il Ministero degli Esteri nella risposta a un’interrogazione della deputata della Linke Gesine Lötzsch ha spiegato cosa sicuramente non si pensa di fare: »Un’imposizione di ›sanzioni‹ non è prevista.« Nel documento a disposizione di junge Welt, il segretario di Stato Walter J. Lindner riferisce disciplinatamente la linea dettata dal regime di Erdogan: l’attacco a Afrin, questo la Turchia lo avrebbe chiarito, si basa »sul diritto internazionale all’autodifesa«. »Va prestata attenzione agli interessi di sicurezza della Turchia«.
Questi »interessi di sicurezza« ai quali Merkel e C. vogliono prestare attenzione hanno effetti drammatici sulla vista di decine di migliaia di persone a Afrin: 161 civili, tra cui 26 bambini, hanno finora perso la vita nell’ambito della »operazione ramoscello d’ulivo«, ha comunicato una reporter del Centro di Informazione della Resistenza a Afrin (ICAR) giovedì a jW. Sono stati bombardati quartieri residenziali, ospedali e scuole.
L’uomo con il quale giovedì Merkel ha scambiato gesti amichevoli tuttavia ha anche altri conti aperti: da maggio 2016 è Presidente del Consiglio dei Ministri in Turchia, già in precedenza da molti anni era considerato parte della cerchia più vicina a Erdogan. Nel periodo della sua attività come Premier, e prima di Ministro, ricadono numerose atrocità da parte delle forze di sicurezza turche: alle fine del 2015 soldati assassinarono l’attivista del PKK Ekin Van, fecero scempio del suo cadavere e lasciarono il suo corpo nudo nel centro della cittadina di Varto nell’est della Turchia. Il 7 febbraio 2016 soldati turchi nella città a maggioranza curda di Cizre nell’est della Turchia bruciarono vive oltre cento persone. Nell’ottobre 2016 venne fuori un video che mostrano l’esecuzione da parte di forze speciali turche di due combattenti della guerriglia curde con colpi alla nuca.
Per molti altri governi questo sarebbe bastato per sanzioni penali concrete. »Il governo federale nell’imposizione di sanzioni usa due pesi e due misure. La Russia viene trattata diversamente dalla Turchia«, ha commentato la politica della Linke Lötzsch parlando con junge Welt dell’inerzia di Berlino.
I doppi standard però non sono difficili da spiegare. Nella conferenza stampa di giovedì con il criminale di guerra Yildirim la Cancelliera Merkel ha dichiarato che ci sono molti »interessi comuni«, soprattutto anche economici. E che li si vuole »intensificare«. Sugli assassinii in Kurdistan guadagnano sempre anche imprese tedesche. E quelle già da giorni sapevano come Berlino alla fine si sarebbe comportata. Sia Krauss-Maffei Wegmann che Rheinmetall continuano il loro impegno per un accordo sui carri armati con la dittatura di Erdogan.
di Peter Schaber
https://www.jungewelt.de/artikel/327344.zu-gast-bei-freunden.html