Marcia delle donne di destra a Berlino-Kreuzberg bloccata con successo- Sabato una marcia razzista di seguaci di AfD e Pegida e neonazisti attraverso il quartiere multi-culturale di Berlino-Kreuzberg è stata bloccata con successo dalle antifasciste e dagli antifascisti.
La sfilata di estrema destra si definiva ufficialmente come „Marcia delle Donne “. Ma si trattava di tutt’altro che di una manifestazione femminista. La protesta era rivolta piuttosto contro „la politica sui profughi dei vecchi partiti“, grazie alla quale secondo gli organizzatori della marcia „la libertà della donna tedesca viene limitata sempre di più“. „Noi qui siamo in Germania nel 21° secolo, non deve esserci una ricaduta nel Medioevo e un’introduzione strisciante della Sharia“, si leggeva sulla pagina Facebook della „marcia delle donne“. Promotrice era la politica dell’AfD Leyla Bilge di origine curda. Insieme ai suoi genitori, la 36enne è fuggita dalla Turchia trent’anni fa. Tra il 2013 e il 2015 si è fatta un nome sulla stampa tedesca per il suo impegno per i rifugiati yazidi e cristiani che ha vistato nei campi in Turchia e nel Rojava. Ma nel giugno 2016 Bilge è entrata nell’AfD per – come ha affermato – “lottare contro la discriminazione delle donne”. È intervenuta durante una manifestazione di Pegida, è stata moderatrice durante un congresso del Compact-Magazin di estrema destra del pubblicista nazionalista Jürgen Elsässer e tiene regolarmente conferenze contro una presunta „islamizzazione“ della Germania. Bilge, che pare si sia convertita dall’Islam al Cristianesimo, nelle sue apparizioni davanti a pubblico di destra ama presentarsi completamente velata, per poi gettare il Niqab e mostrarsi con un vestito attillato nei colori della Germania nero-rosso-oro.
Bilge e la sua marcia delle donne sono „un cavallo di Troia che cela razzismo anti-musulmano“, ha ammonito una coalizione costituta tra gli altri dalla Linke, dai giovani dei Grünen, dall’HDP di Berlino, dalla Sinistra Interventista e da diverse organizzazioni femministe. „Questa marcia non si svolge in nome delle donne e per i diritti delle donne, ma in nome del razzismo“. Per Bilge i colpevoli della violenza sessualizzata sarebbero unicamente „criminali entrati illegalmente“ e le vittime donne tedesche. La coalizione ha inoltre fatto notare che l’AfD ha stretti legami con fanatici fondamentalisti cristiani che negano alle donne il diritto all’autodeterminazione sulla propria vita e sul proprio corpo.
Marcia delle donne di Bilge (Testo dello striscione: “ Basta! Marcia delle donne – Non siamo selvaggina! In nessun luogo! La libertà delle donne non è negoziabile!”, Foto: Nick Brauns
Per la marcia delle donne di Bilge si erano ritrovati in maggioranza partecipanti maschi. Tra loro anche il front-man del movimento Pegida di Dresda, Lutz Bachmann, e Tommy Robinson, fondatore della English Defence League costituita da hooligan di destra che in Gran Bretagna danno la caccia a migranti musulmani, questa volta in veste di giornalista. I circa 800 manifestanti di destra – la polizia ne ha contati solo 450 – che intendevano arrivare dalla Hallesches Tor fino alla sede della cancelleria, sono riusciti a spostarsi per un chilometro scarso. Arrivati allo storico Checkpoint Charlie, dove fino al 1989 si trovava il muro di Berlino, è finito tutto. Migliaia di antifasciste e antifascisti bloccavano l’incrocio da tre lati. Tra la folla bandiere della Linke, dei Grünen, degli Jusos, dell’HDP, bandiere rosse comuniste e bandiere giallo-rosso-verdi del Rojava immagini di Rosa Luxemburg e Sakine Cansiz. I cartelloni recitavano „Non in nostro nome – Nessun femminismo senza antirazzismo!“. Ripetutamente si è sentito lo slogan del movimento delle donne curde „Jin, Jiyan, Azadi!“ – „Donne, Vita, Libertà!“ Un’oratrice del Consiglio delle Donne Curde Dest Dan ha indicato l’esempio delle Unità di Difesa delle Donne YPJ che nel nord della Siria lottano contro islamismo e patriarcato.
L’umore dei partecipanti della marcia di destra, tenuta ferma per ore nella Friedrichstrasse, oscillava dalla frustrazione alla rabbia. Scandivano „Noi siamo il popolo“ e „Via libera, polizia!“ La polizia ha più volte minacciato lo sgombero e si sono verificate isolate violenze e fermi temporanei dei contro-manifestanti. Ma a fronte della massa di antifascista e antifascisti, tra i quali si trovavano anche la deputata di Kreuzberg Canan Bayram dei Grünen , il suo predecessore Christian Ströbele, il deputato della Linke Hakan Tas e altri esponenti delle istituzioni, la polizia ha rinunciato allo sgombero.
di Nick BRAUNS
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