[divider]18 Marzo 2013 [/divider] Il presidente dell’onlus “Verso il Kurdistan” respinto all’aeroporto per motivi politici: «Non siamo attivisti, volevamo solo offrire borse di studio e sostegno alla popolazione in difficoltà»
“Mi hanno ritirato il passaporto e portato in uno stanzone, lì c’erano altri stranieri. Nessuna spiegazione, ovviamente. Solo la comunicazione che sarei stato rimpatriato, e per tutta la notte una bottiglietta d’acqua”. Antonio Olivieri è presidente dell’associazione “Verso il Kurdistan” – che fa parte della rete “Kurdistan Italia” – e la notte di domenica è stato bloccato all’aeroporto di Istanbul. “Eravamo un gruppo, una delegazione dell’associazione che ogni anno partecipa al Newroz, il capodanno Kurdo (che si festeggia il 21 marzo; ndr). Dovevamo raggiungere Van, Yuksekova, Hakkari, Cirnak e Diyarbakir. Portavamo aiuti alle famiglie e borse di studio per le ragazze”.
Antonio Olivieri ha cercato di sapere i motivi dell’espulsione: “Ho telefonato al nostro consolato, mi hanno riferito che sono “indesiderato per motivi politici””. L’associazione “Verso il Kurdistan è nata ad Alessandria, e da oltre 15 anni si occupa di recuperare fondi per aiutare le famiglie curde, alcune di queste hanno mariti, fratelli, padri, figli richiusi in carcere perchè dissidenti: “Molte famiglie – racconta Olivieri – non sono composte di sole donne, in serie difficoltà per mantenere se stesse e i figli piccoli”.
“Tutto questo comunque – ripete Olivieri – non cambierà la nostra attività, noi proseguiremo negli aiuti”. E ancora ci tiene a sottolineare: “Le nostre sono delegazioni umanitarie, non siamo attivisti politici vogliamo solo aiutare le famiglie in difficoltà, le azioni del governo turco sono pretestuose, noi vogliamo solo portare avanti i nostri progetti”. Questa mattina il presidente di “Verso il Kurdistan” è rientrato in Italia, le prime mosse: “Andrò a Roma a festeggiare il Newroz con i curdi-italiani incontrerò alcuni parlamentari per spiegare la situazione. Nella delegazione di cui facevo parte sono stato l’unico espulso su 40, è successo lo stesso due mesi fa ad altri italiani. Uno di questi è Aldo Canestrari che viveva in Kurdistan, prima di lui Francesco Marilungo e Arturo Salerni avvocato del collegio di Ocalan.
“Una lunga serie di respingimenti di italiani che seguono pacificamente le vicende del popolo curdo – scrivono dal Coordimento Kurdistan – chiediamo al Parlamento italiano di attivarsi con urgenza e di rivedere i rapporti con la Turchia, fino a quando questa violerà insieme ai diritti del popolo curdo anche i diritti di quei cittadini europei solidali, che si adoperano per la pace e la soluzione della questione curda”.
Antonella Mariotti – La Stampa