Dopo l’annuncio di elezioni anticipate in Turchia ora ci sono accesi dibattiti sulle ragioni e sullo svolgimento. Perché secondo lei le elezioni sono state anticipate e questo cosa dice a proposito delle condizioni attuali della Turchia?
A fronte dello scenario della crescente crisi economica e politica della Turchia, da tutte le parti si è detto che l’attuale coalizione reazionaria di AKP e MHP in questa situazione non può sviluppare una politica per il futuro. Anche se Erdogan ha continuamente assicurato che le elezioni si sarebbero svolte come previsto, da diverse aree abbiamo avuto informazioni sul fatto che ci sarebbero state elezioni anticipate in ottobre o in novembre. Anche se una delle intenzioni dietro alle elezioni anticipate è di cogliere alla sprovvista l’opposizione come viene rappresentato nei media, la ragione vera è la crisi economica e politica della quale il governo attuale non riesce a venire a capo. Perché la crisi economica si fa sentire nonostante tutta la propaganda bugiarda dell’AKP. Solo il fatto che nel 2015 il dollaro era a 2,5 TL e oggi sta a 4 TL mostra la reale situazione economica della Turchia.
Si tratta di una crisi che attende soluzioni, come le crisi con i Paesi vicini, la guerra contro i curdi, la contraddittorietà delle relazioni con gli USA e la Russia, la sorveglianza della Turchia da parte del Consiglio d’Europa per via delle violazioni dei diritti umani, le relazioni bloccate con l’UE, il crollo del settore del turismo, ecc. Il Presidente dell’attuale governo pensa di poter superare la crisi con l’ondata nazionalista creata dall’intervento nel cantone curdo di Afrin e con gli assassinii quotidiani di curdi.
Il Partito Democratico dei Popoli (HDP) in Turchia è sottoposto a una forte repressione. Quale strategia seguirà l’HDP in questa fase elettorale e che aspetto avrà questa fase a fronte della repressione?
Il nostro partito, l’HDP, e la nostra società in particolare dal Newroz del 2015 sono esposti a una guerra aperta. Poco prima i colloqui di pace tra AKP e PKK durati due anni e mezzo e che erano sfociati in una dichiarazione comune, erano stati improvvisamente interrotti e l’attuale Presidente aveva messo fine al dialogo tra le due parti. Nonostante tutta questa repressione, il nostro ingresso in Parlamento nel giugno del 2015 con 80 deputati ha impedito che l’AKP avesse il potere da solo. L’AKP che non poteva accettare questo risultato elettorale, dopo tre mesi ha fissato nuove elezioni e in quel periodo attaccato molte delle nostre sedi. Perfino di fronte a attentati dinamitardi contro le nostre manifestazioni il governo ha chiuso un occhio. Da allora la repressione e gli arresti contro la nostra società e il nostro partito, l’assassinio di nostri funzionari da parte di poliziotti e soldati, sono praticamente diventati la normalità. Al momento i nostri co-Presidenti si trovano in carcere per via delle loro attività politiche, lo status di deputati è stato revocato a undici deputati su ordine del governo, nove deputati sono stati arrestati illegittimamente e sindaci e sindache eletti con voti tra il 70 e il 90 percento, si trovano in carcere e sono stati sostituiti da funzionari dell’AKP. Migliaia di attiviste e attivisti e iscritti sono in carcere.
Nonostante i metodi antidemocratici la nostra società non ha fatto un passo indietro nella sua lotta per la libertà e la democrazia. Noi oggi siamo l’unico partito in Turchia che rappresenta in Parlamento i curdi, i turchi, gli armeni, arabi, assiri, caldei e altre minoranze religiose. Inoltre il nostro partito persegue l’obiettivo di una politica emancipatoria e ha introdotto il sistema della co-Presidenza dappertutto. Disponiamo di un programma ecologico che nel campo economico è rivolto contro le distruzioni da parte del capitalismo. Noi puntiamo a risolvere la questione curda derivante dal colonialismo e tutti i problemi regionali attraverso un percorso democratico e il dialogo. Noi pensiamo che l’HDP in questo contesto la migliore alternativa per il superamento dei problemi fondamentali e la democratizzazione della regione. Per limitare i brogli da parte dello Stato nelle elezioni in Turchia inviteremo delegazioni di osservatori internazionali. La lotta per la democrazia è universale. Noi quindi ci aspettiamo sostegno da tutte le aree democratiche. Nonostante le condizioni estremamente complicate nel Paese, noi come partito condurremo la campagna elettorale con tutte le nostre forze. Abbiamo anche iniziato a incontrarci all’estero con tutte le aree democratiche perché le elezioni inizieranno prima all’estero.
Come descriverebbe la situazione dei partiti in Turchia? Ci sono coalizioni nelle quali potrebbe entrare l’HDP? In questo contesto come vanno valutati il CHP e lo İyi Parti (İYİ)?
Al momento si delineano due coalizioni. In primo luogo la coalizione dell’AKP, MHP e di altri partiti razzisti. In secondo luogo la coalizione di CHP, İyi Parti e di altre aree di destra. Noi come HDP siamo aperti a una coalizione che si basi su principi democratici. Ma finora non abbiamo preso decisioni con nessuno. Finora prevediamo di andare alle elezioni parlamentari e presidenziali con nostri candidati.
Intervista con il rappresentante HDP in Europa Eyyüp Doru, Civaka Azad