Un residente di Afrin nel nord della Siria, il cui nome non viene citato per proteggere la sua sicurezza, ha fatto un resoconto straziante di una detenzione di 65 giorni nel carcere di Al-Rai al Centro per la documentazione delle violenze in Siria del nord, un’organizzazione costituita per monitorare le violazioni dei diritti umani nella Afrin occupata e in altre aree da parte delle milizie dell’Esercito Siriano Libero sostenute dalla Turchia.
“Quando abbiamo cercato di uscire da Afrin per via delle ripetute violazioni commesse dalle fazioni …siamo stati arrestati a un checkpoint,” ha raccontato la fonte. Dopo l’arresto a lui e agli altri detenuti sono state legata le mani e sulle loro teste sono stati messi sacchetti di plastica. I detenuti che hanno cercato di rimuovere i sacchetti per respirare sono stati picchiati.
“Ci hanno portati tutti in una stanza lunga 3 metri e larga 2, dopo aver sollevato [i] sacchetti [ma] senza rimuovere le nostre bende,” ha proseguito la fonte. “Dopo mezzanotte hanno portato del cibo per noi. Abbiamo chiesto di slegarci le mani per poter mangiare e ci hanno detto, “Dovete mangiare come cani.”
La fonte ha riferito che i detenuti venivano prelevati a caso per essere torturarti, dicendo che lui e altri venivano regolarmente picchiati con cavi e di aver visto perfino un prigioniero al quale è stato tagliato un orecchio con le forbici. Prima del suo rilascio, la fonte è stata portata dal carcere a una finta esecuzione.
Fotografie delle ferite riportate per via delle torture sono state incluse nel rapporto del Centro per Documentare le Violazioni in Siria del Nord.
Questo resoconto è simile a molti racconti di torture di civili imprigionati dall’ESL in altre parti della Afrin occupata, dove i sequestri sono eventi regolari e le milizie mirano a individui con la famiglia che vive all’estero per poter estorcere denaro. Un altro rapporto dal centro nota che la Turchia ha potere consolidato sulle carceri dell’ESL nell’area — dando credibilità al racconto sulla presenza di personale turco sul posto di cui ha riferito la fonte.
La detenzione arbitraria e le torture nei confronti di civili sono vietate dalla legislazione internazionale. Se condotte con supervisione turca, si tratta di violazioni degli obblighi della Turchia in base alla Convenzione di Ginevra in quanto forza occupante a Afrin. Le organizzazioni per i diritti umani hanno lamentato la scarsa attenzione che no nonostante questo viene data a affermazioni coerenti su vergognose violazioni — spesso riferite con gravi rischi per attivisti locali, media e le vittime stesse.
di Meghan Bodette – The Region