La politica dell’HDP Leyla Güven, in sciopero della fame da 137 giorni, in un appello ha chiesto la fine dei suicidi. Nel corso di una settimana tre prigionier* politic* si sono tolt* la vita per protesta contro l’isolamento di Abdullah Öcalan.
Dal 7 novembre dello scorso anno la politica curda Leyla Güven protesta contro l’isolamento del fondatore del PKK Abdullah Öcalan con uno sciopero della fame. Alla sua richiesta finora si sono unite moltissime persone. Oltre a centinaia di curde e curdi in Turchia, Europa, Australia e Canada, ci sono anche circa 7.000 prigionier* politic* dei processi PKK e PAJK che prendono parte al movimento di scioperi della fame e chiedono la ripresa dei negoziati di pace.
Abdullah Öcalan è consdierato dal Movimento di Liberazione curdo rappresentante legittimo. Con lo sciopero della fame vengono chieste condizioni in cui il Presidente di un movimento di liberazione possa vivere e lavorare per poter in questo modo contribuire a una soluzione della questione curda. Dal sequestro lesivo della legalità internazionale nel febbraio del 1999 dall’ambasciata greca a Nairobi / Kenya, Öcalan si trova sull’isola carcere turca di Imrali. Per undici anni è stato l’unico prigioniero sull’isola – sorvegliato da oltre mille soldati. L’ultima visita dei suoi avvocati ha avuto luogo il 27 luglio 2011. Con questo sono quasi otto anni che gli viene negata l’assistenza legale. Öcalan in questo modo detiene il „record europeo“ di reclusione senza accesso agli avvocati.
Dall’aprile 2015 si trova di fatto in isolamento totale. Dopo l’ultima visita dei famigliari l’11 settembre 2016, suo fratello Mehmet Öcalan è tornato per la prima volta a Imrali il 12 gennaio 2019 per un colloquio di 15 minuti. Questa breve visita permessa viene considerata dagli scioperanti una manovra tattica del regime turco per spezzare la protesta. Con questo non è stata ottenuta la fine dell’isolamento.
Non mettete fine alla vostra vita, rafforzate la resistenza
Per „dare forza“ alle richiese degli scioperanti nel giro di una settimana si sono tolti la vita per protesta contro le perduranti condizioni di carcerazione a Imrali i/le prigionier* politic* Zülküf Gezen, Ayten Beçet e Zehra Sağlam. Pochi giorni fa anche l’attivista curdo Uğur Şakar è rimasto vittima delle sue gravi ferite contratte alla fine di febbraio durate un’auto-immolazione davanti all’edificio del tribunale di Krefeld. Leyla Güven ora ha fatto appello a coloro che sono in sciopero della fame e chiede la fine die suicidi. In un messaggio audio dice: „Amiche e amici, la nostra resistenza ha raggiunto una nuova fase. Non ci vorrà più molto fino a quando otterremo dei risultati. Con speranza e forza di volontà dobbiamo abbracciare coloro che sono in sciopero della fame. La vittoria è vicina, avremo successo in ogni caso. Desidero anche che le nostre amiche e i nostri amici che conducono le loro azioni in carcere, continuino il loro agire moralmente, con entusiasmo e pacificamente. Coloro che non sono in sciopero della fame devono formare un cerchio intorno alle loro amiche e ai loro amici che partecipano a questa protesta.
Mi inchino con rispetto di fronte alle azioni di Zülküf, Ayten e Uğur. Tutt* loro volevano rompere il silenzio con spirito di sacrificio. Ma nonostante questo voglio dire: ogni amica e ogni amico che mette fine alla propria vita mi toglie anche un pezzo del mio corpo, del mio spirito e del mio cuore.
Ci troviamo già in un’azione e siamo a poco dalla meta. Dobbiamo prendere i nostri posti di attivist* anziché introdurre altre forme di protesta. Il sacrificio di se stessi è invero di valore inestimabile e non si può dire nulla in proposito. Tuttavia azioni del genere sono state condannate anche dal rappresentante curdo [Öcalan]. Ha detto: ‚Non la morte, ma la vita deve indicarvi la direzione. Per una vita nella dignità dovete rafforzare la resistenza invece di mettere fine alle vostre vite‘.
Amiche e amici, dobbiamo unire le nostre forze e creare ascolto per lo sciopero della fame in tutto il mondo per ottenere risultati. Questo è il nostro obiettivo. Per questa ragione finora con morale alto e entusiasmo ho mantenuto la mia azione. Ma ancora più importante è aumentare il morale delle nostre amiche e dei nostri amici in carcere. Abbiamo bisogno di questa forza. Per questa ragione anch’io mi impegno; per vivere, per poter continuare la nostra vita comune e rompere l‘isolamento. Festeggiamo tutt* insieme questo giorno. Per questo io bado a me stessa e alla mia vita.
Da voi non mi aspetto azioni di sacrificio, ma che rafforziate il movimento degli scioperi della fame. Azioni del genere rubano la mia forza. Non importa cosa faccio, mi lacero emotivamente. Sulle mie spalle si allarga un fardello pesante. In questo modo non posso proseguire il mio cammino. Vorrei che le mie amiche e i miei amici prendano la mia strada e portino la nostra azione al successo“.