L’invasione del Rojava è annunciata. Gli Stati Uniti hanno dato il via libera all’attacco di Erdogan alla Siria del nord.Non c’è da stupirsi che Trump abbia deciso di lasciare il campo libero alla Turchia di invadere e aggredire i territori del Rojava. Per la Casa Bianca si è conclusa la sconfitta del Daesh in quell’area e non hanno alcuna intenzione di protrarre una mobilitazione di forze per un’impresa non più all’ordine del giorno.
Alla Casa Bianca non sono mai stati a cuore i destini dei Curdi. L’obiettivo di Erdogan è distruggere l’esperimento del Rojava e il progetto di costruire una confederazione libera e democratica dove hanno trovato luogo esperienze di femminismo ecologismo e democrazia, di creare una zona cuscinetto dove spostare forzatamente i profughi nel nord della Siria, profughi che contrariamente a quanto si propagandi, spesso non provengono dalle zone in cui verranno deportati.
Uno sfollamento quindi di aree a maggioranza curda con ripopolamento di profughi siriani al momento presenti in Turchia.Per questo ora punta a cacciare i Curdi ed indebolire la loro resistenza. A questo punto i prigionieri dell’Isis verrebbero ricondotti sotto la responsabilità turca, con totale mancanza di certezze sulla loro effettiva detenzione futura, vista la complicità di Erdogan con l’Isis stessa nel periodo della guerra civile in Siria.
Le preoccupazioni europee, così come del governo italiano, di fronte a questo nuovo conflitto sono intrise di ipocrisia. Essi temono esclusivamente l’arrivo di nuovi profughi, dopo aver consentito ad Erdogan di esercitare quel potere che sta conducendo esattamente alla situazione odierna.
La nostra preoccupazione e solidarietà va alla popolazione curda e così come a quella siriana che oltre alla ferocia dittatura di Assad rischia di subire ora quella dell’invasore e dittatore Erdogan.
In questa fase sarebbe più che mai la congiunzione e la lotta comune dei curdi e delle popolazione arabo Siriane che pure nel 2011 diedero vita ad una grande mobilitazione che tentò di combattere il criminale Assad per liberarsi dalla sua feroce tirannia.
Le divisioni successive non hanno giovato a liberarsi dai due dittatori e le alchimie di alleanze spurie futuribili hanno reso il quadro ancora più fosco e preoccupante.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai Curdi per l’ennesimo attacco che viola ogni diritto umano ed internazionale e grande solidarietà alle popolazioni arabo siriane che da anni subiscono una guerra devastante e repressione feroce.
In questo momento occorre la più ampia mobilitazione internazionale a sostegno della resistenza curda.
Sinistra Anticapitalista