Truppe di invasione turche in Siria del nord incontrano una forte resistenza. Manifestazioni di solidarietà in diverse città europeeVenerdì l’esercito turco per il terzo giorno consecutivo ha continuato gli attacchi aerei e via terra contro la regione di autogoverno della Siria del nord e dell’est nota come Rojava. Lungo il confine turco-siriano ci sono stati violenti combattimenti tra l’esercito turco e i suoi mercenari jiahdisti e le Forze Democratiche della Siria (FDS). Le truppe di invasione hanno cercato di accerchiare le città di confine Serekaniye (Ras Al-Ain) e Gire Spi (Tel Abjad) e ormai sono penetrate per circa quattro chilometri in territorio siriano. Hanno incontrato una forte resistenza delle FDS che secondo quanto loro stesse riferiscono, nel giro di 48 ore sono riuscite a uccidere oltre 260 aggressori e hanno perso 22 dei loro combattenti.
Negli attacchi dell’esercito turco e degli annessi gruppi armati, sarebbero state distrutte infrastrutture civili e importanti impinati come stazioni di pompaggio dell’acqua, dighe, centrali elettriche e pozzi petroliferi, ha dichiarato venerdì l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Rupert Colville. L’agenzia stampa curda ANF ha riferito dei bombardamenti di zone residenziali e di una scuola elementare a Qamislo. Fino a venerdì almeno 16 civili, tra cui sei bambini, sono rimasti uccisi e secondo rapporti dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est, circa 100.000 abitanti sono stati espulsi dai loro luoghi di origine.
Dopo che una gran parte degli addetti alla sorveglianza sono stati spostati sul confine per respingere l’esercito turco, venerdì nel campo Al-Hol presso Al-Hasaka, dove sono internate decine di migliaia di famigliari di combattenti di »Stato Islamico« (IS), c’è stato un tentativo di evasione di massa. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan venerdì ha annunciato attraverso il suo account in lingua araba su Twitter di baciare la fronte degli »eroi dell’esercito di Maometto« – intendendo i soldati NATO turchi che partecipano all’attacco alla Siria del nord e i loro alleati jihadisti. Il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Cavasoglu in occasione di una conferenza stampa con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha inviato la NATO a una presa di posizione »chiara e esplicita«. Non sarebbe sufficiente dire »›noi comprendiamo le preoccupazioni della Turchia‹. Noi vogliamo vedere questa solidarietà in modo chiaro e esplicito.«
Un obiettivo di guerra in politica interna Erdogan lo ha già ottenuto: l’avvicinamento tra il CHP kemalista e i partiti di opposizione curdi raggiunto con l’elezione del sindaco di Istanbul ormai dovrebbe essere storia. Così non solo il Presidente del CHP, Kemal Kilicdaroglu, ma anche Ekrem Imamoglu considerato »latore di speranza democratica« e eletto a capo della città di Istanbul ha dichiarato il suo sostegno alla guerra. Solo il partito l’HDP radicato sopratutto tra i curdi, i partiti socialisti e le associazioni per diritti umani prendono posizione pubblicamente contro la guerra. Intanto secondo il Ministero degli Interni turco, 121 persone, tra cui numerosi giornalisti, sono stati arrestati per »propaganda terroristica« dopo aver espresso nei cosiddetti social media critiche rispetto all’operazione miltaire.
Anche Europa l’attacco della Turchia mobilita: dopo che già giovedì in numerose città migliaia di persone erano scese in piazza contro la guerra di aggressione turca, nella giornata di oggi in numerose città si sono svolte manifestazioni di solidarietà con il Rojava.
Di Nick Brauns
da junge Welt
https://www.jungewelt.de/artikel/364558.t%C3%BCrkischer-angriff-gegen-rojava-nato-im-dschihad.html