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Foza Yusif: L’ONU non deve lasciarsi rendere complice

La politica curda Foza Yusif considera gli accordi sulla tregua stipulati con la Turchia un complotto contro la popolazione della Siria del nord sotto attacco e chiede all’ONU di non lasciarsi rendere complice.La politica curda Foza Yusif della confederazione di donne Kongreya Star a Qamişlo al funerale di cinque combattenti delle Forze Democratiche della Siria (FDS) caduti ha definito la tregua iniziata dagli USA e dalla Russia una farsa e ammonito le Nazioni Unite di non lasciarsi rendere complici del regime di Erdoğan.

La Turchia dopo l’inizio della sua invasione in Siria del nord il 9 ottobre in violazione del diritto internazionale, su spinta degli USA ha annunciato una tregua il 17 ottobre. Il 22 ottobre è stata concordata con la Russia un’altra tregua.

Al funerale dei cinque combattenti caduti nella resistenza contro l’occupazione turca, Foza Yusif ha detto: „Gli accordi stipulati sarebbero accordi per una tregua, ma noi qui ogni giorni prendiamo congedo dai nostri caduti. Cosa ne è della presunta tregua? Si tratta di una grande menzogna e di un altro complotto contro la popolazione della regione.“

Si vuole ingannare l’opinione pubblica

Rivolta al Presidente USA Donald Trump e al capo di Stato russo Vladimir Putin, la politica curda ha dichiarato: „Avete firmato questi accordi perché il nostro popolo sia sottoposto a un genocidio? Ingannate l’opinione pubblica con la vostra tregua. La gente nella regione viene uccisa e il nostro Paese occupato. Negli attacchi che Erdoğan conduce con il sostegno delle potenze mondiali, si tratta di un massacro della popolazione.“

Foza Yusif ha fatto riferimento al fatto che il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha invitato il segretario generale dell’ONU per legittimare la sua invasione. L’ONU due giorni fa ha fatto sapere di verificare i piani della Turchia per il reinsediamento di milioni di profughi siriani nei territori conquistati in Siria del nord attraverso un suo team di esperti e di condurre corrispondenti negoziati. Su questo ci sarebbe stata un’intesa tra il segretario generale dell’ONU António Guterres e Erdoğan in un incontro a Istanbul. Nella comunicazione Guterres viene citato con le parole che un ritorno dei profughi deve avvenire in modo „volontario, sicuro e dignitoso”. L’Alto Commissariato ONU per i Profughi (UNHCR) starebbe componendo un team e costruirebbe un piano insieme ai responsabili della parte turca.

Massacri senza freni contro i popoli della regione

Dopo l’inizio dell’operazione di occupazione Erdoğan aveva annunciato di voler reinsediare nei territori conquistati in Siria del nord due milioni dei circa 3,6 milioni di profughi siriani attualmente residenti in Turchia. Solo una frazione dei siriani che vivono in Turchia però proviene dalla zona di occupazione ottenuta a forza di bombe tra Serêkaniyê (Ras al-Ain) e Girê Spî (Tall Abyad). L’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est alla vigilia della guerra di aggressione turca aveva più volte dichiarato che tutti coloro intenzionati a tornare su base volontaria, sarebbero stati sostenuti. Sono stati esclusi solo jihadisti di IS e di altre organizzazioni islamiste che hanno commesso crimini nei confronti della popolazione. Questi verrebbero puniti giuridicamente da un regolare tribunale. Il „rimpatrio“ dalla Turchia verso la Siria ora benevolmente esaminato dall’ONU, non tiene conto del fatto che centinaia di migliaia di persone sono in fuga dalle truppe di invasione turche e jihadiste. Al funerale a Qamişlo Foza Yusif ha ammonito l’ONU di non rendersi complice dello Stato turco che commette senza freni massacri di curdi, suryoye, armeni e e ezidi.

Fonte: ANF

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