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Dalla Storia

Diario di un soldato turco fa luce sul massacro di Dersim

Una storica turca di recente ha scoperto il diario di un soldato turco che ha preso parte nel genocidio del 1937-38 nella provincia a maggioranza curda di Dersim, nella Turchia orientale.Quando la popolazione di Dersim si ribellò contro la crescente presenza dell’esercito turco nell’area, Ankara diede luogo a una brutale repressione. Migliaia di curdi Zaza, così come armeni, furono uccisi o espulsi nell’ambito della campagna militare turca. Il capo della ribellione, Seyid Riza e suo figlio furono impiccati il 15 novembre 1937 nella piazza Elazig Bugday di Dersim.

La storica turca Zainab Turkilmaz è un docente universitario che ha lavorato a lungo sulla storia ottomana e sulla storia moderna turca. Nell’agosto 2019, mentre faceva ricerche nello Atatürk Internet Archive, ha scoperto il diario di un soldato turco di nome Yousif Kanaan Akim, che racconta la brutale campagna dell’esercito turco dal suo punto di vista.

“Stavo facendo ricerche negli archivi online su Atatürk. Una delle parole chiave che ho usato nella ricerca era Dersim. Nel cercare, mi sono imbattuta nel diario di un soldato turco,” ha raccontato Turkilmaz a Rudaw.

Turkilmaz, che lavora su un libro sul massacro di Dersim dal 1999, ha “immediatamente scaricato il documento.” “Questo documento è una delle fonti più precise e importanti, piena di informazioni e ricca di dettagli riguardanti il massacro,” ha detto. Ne ha poi parlato con i suoi amici del documento e loro hanno cercato di trovarlo. Tuttavia “sembra essere stato cancellato dall’archivio o risalvato con un nome diverso,” ha detto.

Il soldato Akim era notato nella città costiera della Turchia settentrionale di Samsun. Sembra aver scritto il suo diario ogni giorno mentre la sua unità si muoveva dalla provincia di Dersim di villaggio in villaggio, di città in città, massacrando curdi e armeni.

“Alcune pagine del diario non si leggono per via delle sbavature di inchiostro tra le pagine,” ha raccontato Turkilmaz lunedì a Rudaw.

Akim fornisce dettagli sulle sue abitudini nel tempo libero, comprese gite al cinema e la lettura di romanzi. Parla anche della sua amata, Nadima, di cui dice che gli ha mandato messaggi mentre era sul campo di battaglia.

Il governo turco ha ripetutamente stimato a livello ufficiale il numero dei morti del massacro di Dersim in oltre 13,000; fonti curde parlano di un numero più vicino ai 60,000.

Nel 2011, il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan ha chiesto scusa per il massacro [NdT il pronunciamento di Erdogan aveva un carattere chiaramente strumentale in funzione anti-CHP], descrivendolo come “uno degli eventi più tragici della nostra storia recente.” Dopo le scuse di Erdogan, il Parlamento turco ha costituito un comitato per documentare il massacro, ha affermato la storica.

“Sono stati raccolti molti documenti. Ma sfortunatamente vengono tenuti in un luogo segreto e il lavoro è stato fermato. Non è stato fatto nulla per il massacro, fatta eccezione per l’isolata scusa di Erdogan,” ha aggiunto.

Dopo che Turkilmanz ha diffuso la notizia sul ritrovamento del diario, ha ricevuto messaggi misti, sia di approvazione sia di critica dal pubblico. “Alcune persone hanno accolto con molto favore il mio impegno nel documentare il massacro di Dersim e il ritrovamento di questo diario, mentre altri lo hanno criticato dicendo che devo pagare il prezzo per essere antagonista nei confronti dello Stato,” ha aggiunto.

Alcune delle attività giornaliere che il soldato ha annotato nel suo diario comprendono quanto segue:

11 agosto: Questa mattina abbiamo assaltato il villaggio di Yalan Dagi, ma non c’era nessuno. Abbiamo portato attrezzi con noi e stiamo aspettando ordini per demolire il villaggio.

Mentre continuavamo la nostra retata, siamo riusciti a scoprire dieci curdi. Due di loro sono stati uccisi dalla nostra unità, alcuni altri sono rimasti feriti e sono stati presi in ostaggio. Alle 11:30 abbiamo bruciato Zozoloja, un altro villaggio.

12 agosto: Era la mattina presto quando abbiamo sentito colpi di mortaio e aeroplani. I curdi sono stati messi sotto assedio. Sono in una situazione terribile. Abbiamo scoperto una mucca, tre pecore e 15 capre nel bosco. Le abbiamo macellate tutte.

13 agosto: La nostra unità ha scoperto 20,000 pecore in una valle e catturato 50 curdi.

19 agosto: Stiamo proprio dietro il monte Ziyarat, aspettando di ricevere rinforzi. Siamo molto affamati, così abbiamo cercato in alcune grotte e scoperto farina e ne abbiamo fatto del pane. Qui fa molto freddo. La neve arriva sopra le ginocchia.

18 agosto: Alle 7:30 di mattina siamo avanzati dalla fattoria Zazawa verso i villaggi di Pulur e Cevizli. Abbiamo dato alle fiamme i villaggi lungo il nostro percorso. Abbiamo scoperto una grotta con dentro 100 capre. Abbiamo visto una scena strana; una donna curda si è impiccata. Siamo ritornati alle 9 in un villaggio chiamato Karaoglan, dove abbiamo passato la notte. 3 settembre: Abbiamo raggiunti la periferia della città di Cevizi. A mezzanotte abbiamo impacchettato le nostre tende, siamo partiti e ci siamo fermati sulla riva di un fiume alle 7. Siamo quasi morti di sete, ma non potevamo bere l’acqua del fiume perché i cadaveri l’avevano contaminata. Le gambe erano quasi rotte perché abbiamo fatto un lungo cammino. Oh Dio, per piacere tirami fuori di qui. Basta con tutte le pene e le sofferenze che ho patito.

5 settembre: Con il mio ufficiale siamo andati al bagno di Hozat. Eravamo davvero esausti. Fare una doccia ci ha ridato energia.

7 settembre: Oggi abbiamo raggiunto un villaggio. I soldati hanno saccheggiato le case. Le api hanno punto le facce di alcuni soldati. La stessa notte ci siamo arrampicati sulle montagne per fare la guardia fino al mattino. Abbiamo potuto vedere le pecore e i cadaveri sotto la montagna. Ero molto stanco mentre facevo il turno di guardia.

10 settembre: Oggi abbiamo assaltato tutti i boschi e terreni aperti. Le nostre unità hanno portato con sé alcun teschi di ribelli. Un soldato della nostra unità di nome Rushan ha il compito di decapitare. Decapita chiunque se gli viene ordinato.

11 settembre: Oggi assalteremo le montagne. Non possiamo entrare nelle valli per via dei molto cadaveri. Il tempo è molto freddo e stiamo per morire congelati. La notte tutti gridiamo forte, invocando le nostre madri.

12 settembre: Ci siamo svegliati la mattina presto. Ancora una volta ci hanno ordinato di assaltare le montagne. Di giorno siamo impegnati con le decapitazioni. Oggi abbiamo scoperto dell’olio, così cucineremo del riso…. Non mi sento più come un essere umano. Sono un disastro.

15 settembre: Oggi abbiamo assaltato il villaggio di Soyotlo. Abbiamo mobilitato tutti sospetti. Abbiamo sparato a Ibrahim Agha, il figlio del capo della tribù Koch.

Dal 25 settembre, il soldato prende qualche giorno di congedo.

7 ottobre: Oggi mi sono pesato. Ero a 61 chili. Dersim mi ha fatto ingrassare.

Fino alla fine del 1938 il soldato continua a scrivere il suo diario su Dersim. Non scrive una stima del numero di persone massacrate. Dall’inizio del 1939 non scrive più di Dersim; la ragione non è chiara. Ma il 31 agosto 1939 scrive una nota per chiunque scopra il suo diario: “Per piacere non leggere questo diario, rimandalo semplicemente a questo indirizzo: Yousif Kanaan Akim sulle montagne di Dersim.”

di Gulbahar Altash

(tradotto in inglese da Translation by Zhelwan Z. Wali)

 Fonte: RUDAW

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