Oggi, 2 febbraio 2020, miliziani dell’Isis hanno attaccato il Campo di Makhmour, in nord Iraq. Negli scontri che sono terminati alle 16.30, ci sono stati tre feriti e un morto nel campo, mentre sono stati uccisi due miliziani dell’Isis.
“Buona sera, sono il dott. Mehmet Enwer, sono un medico e vivo nel Campo di Makhmour, in nord Iraq. Oggi, siamo stati attaccati dalle milizie dell’Isis e finora c’è stato un morto e tre feriti. Da 9 mesi il campo è sottoposto ad un embargo durissimo, come potete immaginare la situazione non è affatto buona, non possiamo neanche trasportare le persone che hanno bisogno di cure nel vicino ospedale.
Purtroppo, questo succede nel più assoluto silenzio, perciò voglio fare un appello ai kurdi che vivono in Europa o in altre parti del mondo. Noi qui abbiamo sempre manifestato contro tutte le ingiustizie, ma nessuno muove un dito o manifesta contro questo embargo che ci opprime ormai da nove mesi. Da trent’anni, siamo rifugiati in questo posto e lottiamo per i diritti di tutti i kurdi e, nonostante i problemi cerchiamo di resistere e continuare a lottare.
In Europa, ci sono tante associazioni dei diritti umani e di sostegno ai migranti, vorremmo sentire la voce dei kurdi e di tutti i nostri amici pere rompere il silenzio e questo maledetto embargo che ci opprime.
Vi abbracciamo, non vi dimenticate di noi.
Dott. Mehmet Enwer”
Chiediamo che la manifestazione nazionale del prossimo 15 febbraio, abbia anche questo tra i suoi contenuti, convinti che chi ha attaccato il campo – che noi chiamiamo Isis – sia portatore di un progetto più complesso e articolato sostenuto dalla Turchia, con la complicità del governo regionale kurdo di Barzani e del governo centrale iracheno. Un segnale preoccupante all’indomani dell’elezione della nuova municipalità di Makhmour. Ci chiediamo dove sta l’UNHCR che ha la giurisdizione sul campo?
A cura di Verso il Kurdistan Odv