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Donne

Progetto Stupro

Il governo turco progetta di nuovo l’impunità per autori di stupri che sposano le loro vittime minorenniSe stupratori sposano le loro vittime minorenni, dovranno restare impuniti. A questo mira l’attuale iniziativa legislativa del governo turco del Presidente Recep Tayyip Erdogan. Anche se i favorevoli parlano di »matrimoni consensuali«. Ma è evidente che al centro non c’è il bene delle bambine ragazze colpite da violenza sessuale, ma solo il concetto feudal-patriarcale dell’onore della famiglia. Questo onore della famiglia, che si presume sarebbe sporcato dallo stupro di una figlia, dovrebbe essere ripristinato attraverso la contrazione di un matrimonio che in realtà appunto non è affatto »consensuale«, ma viene forzato dalla famiglia contro la volontà della ragazza.

Sostegno a questa impresa del governo arriva dalle sette islamiste che negli ultimi anni hanno potuto occupare ampio spazio nell’apparato dello Stato. Perché per gli islamisti l’iniziativa legislativa corrisponde alla Sharia, che secondo la loro interpretazione permette matrimoni infantili forzati. Associazioni di donne e l’opposizione laica e di sinistra sono in rivolta contro questo progetto di legge-stupro. »L’HDP non farà concessioni a un’iniziativa del genere che legittima il matrimonio forzato di bambine e giovani donne e l’abuso sessuale«, ha dichiarato a junge Welt Filiz Kerestecioglu, deputata di questo partito di sinistra. Questo atteggiamento chiaro è ancora più importante, dato che l’HDP nel suo elettorato ha anche curdi religiosi-conservatori, per i quali questo non è ancora scontato.

»Questo progetto di legge è inequivocabilmente un’amnistia per chi stupra minori e viola i diritti delle bambine e dei bambini«, ritiene Gamze Tascier, deputata del più grande partito di opposizione, il CHP laico-kemalista, a colloquio con jW. Dalle aree del partito di governo islamico-conservatore AKP si afferma che grazie a questa legge circa 1.500 uomini potrebbero uscire dal carcere; sul quotidiano Hürriyet di recente si è parlato di fino a 4.000. L’ AKP giustifica la sua iniziativa con il fatto che in caso contrario le famiglie si disgregherebbero e bambini nati da uno stupro dovrebbero crescere senza padre. »Anche bambini il cui padre è in carcere per furto, crescono senza padre. Secondo questa logica, nessuno dovrebbe restare in carcere«, dice Tascier. Si tratterebbe di una proposta incredibile, secondo la quale un uomo di 27 anni che abusa di una bambina dodicenne, poi sposa la bambina per sfuggire a una punizione. In base al pensiero dei governanti dominato da maschi, sarebbero gli uomini i carcere quelli rappresentati come le vere vittime. »Ma sono le bambine a essere le vittime. E il motivo non è che i loro bambini devono crescere senza padre, ma la distruzione della loro vita a causa dello stupro.«

Non è la prima volta che il governo Erdogan cerca di imporre una legge del genere. Nell’estate 2016 la Corte Costituzionale turca dichiarò inammissibile l’articolo 103 del codice penale sulla perseguibilità dello stupro di minori sotto i 15 anni nella forma esistente, perché non vi viene salvaguardato il »principio di proporzionalità« e non sono previste pene modulate. Facendo riferimento a questo, l’AKP nel novembre 2016 portò in Parlamento un’iniziativa legislativa che prevedeva una sospensione retroattiva della pena per gli stupri di minori, se non erano presenti »violenza, minacce o altre limitazioni del consenso« e gli autori sposavano le loro vittime. Contro questo, a livello nazionale si levò una ondata di proteste che comprendeva anche associazioni di donne vicine all’AKP, a un livello tale che il governo fu costretto a ritirare l’iniziativa. Nell’aprile 2018 ci fu un nuovo tentativo dall’AKP, che però non andò oltre le commissioni parlamentari competenti. Anche ultimamente dopo che è si è saputo del disegno di legge, a gennaio ci sono state proteste in almeno 45 province della Turchia. Probabilmente è questa la ragione per cui l’iniziativa legislativa, che secondo informazioni dei media in realtà doveva essere portata in Parlamento all’inizio di febbraio, alla fine del mese non era ancora presente. »Una proposta di legge chiara non è ancora arrivata in Parlamento«, conferma la deputata CHP Tascier. »Ma noi sappiamo che l’AKP ne ha una corrispondente in preparazione, perché diffondono voci per preparare a riguardo l’opinione pubblica.« Così attualmente sarebbe ancora in corso un dibattito all’interno dell’AKP sul fatto se per l’amnistia a seguito di un successivo matrimonio, la differenza di età tra responsabile e vittima debba essere di dieci o di 15 anni.

Sotto l’AKP negli ultimi anni ha avuto luogo un attacco con motivazioni ideologiche contro i diritti delle donne e la legislazione laica sulla famiglia. Nel 2017 i deputati dell’AKP e dell’MHP fascista vararono una legge che rende possibile anche ai religiosi islamici fare matrimoni riconosciuti a livello civile. Secondo l’opinione dell’opposizione CHP, in questo modo si intendeva spianare la strada ai matrimoni infantili. Nell’anno successivo l’autorità religiosa statale Diyanet proclamò che dal punto di vista religioso, bambine già con l’inizio della pubertà e bambini a partire dai dodici anni potevano sposarsi, per »evitare relazioni sessuali illegittime«. Anche se l’età ufficiale per i matrimoni continua a essere di 18 anni, o di 17 con l’assenso dei genitori, un’indagine del CHP dell’anno 2018 mostra che il 26 percento di tutte le donne si sposano, ossia vengono fatte sposare, già da minorenni.

Una conseguenza del consolidamento delle strutture patriarcali sotto il dominio dell’AKP è un aumento della violenza contro le donne. Secondo informazioni della piattaforma »Fermare i Femminicidi« (KCDP) lo scorso anno in Turchia almeno 474 donne sono state assassinate da uomini. In quasi tutti i casi gli autori erano partner, ex-partner o componenti della famiglia. »Donne sono state uccise o ferite dalla violenza maschile perché nonostante una decisione opposta da parte di un tribunale, non è stata loro data protezione. Donne sono state uccise perché volevano separarsi o divorziare. Donne sono state uccise perché avevano rifiutato proposte di matrimonio«, ha dichiarato la KCDP.

Ogni anno in occasione dell’8 marzo e per la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne il 25 novembre, decine di migliaia di donne turche e curde, di sinistra e kemaliste, laiche e religiose, scendono in piazza insieme. Nonostante divieti e brutali violenze da parte della polizia, non lasciano che gli venga impedito. Nelle donne il governo islamista ha trovato le sue avversarie più determinate.

di Süheyla Kaplan

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/php?ref=%2Fbeilage%2Fart%2F373670

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