Il Consiglio Democratico della Siria (CDS) invita tutte le forze nel Paese a liberare prigionieri e deportati e a rivelare il destino degli scomparsi. Inoltre la società civile viene invitata a contribuire a una Commissione Verità.
Nove anni dopo l’inizio della guerra civile siriana nel marzo 2011 la crisi continua a rimanere irrisolta. Di fronte a questo scenario il Consiglio Democratico della Siria CDS fa appello a tutte le forze nel Paese a rispettare l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres per un cessate il fuoco globale e a attuare il piano delineato nel 2015 nella risoluzione ONU 2254 di un processo di pace per la Siria e a pacificare finalmente il conflitto. Su questa base il CDS chiede di liberare tutti i prigionieri e a mettere fine alle condizioni disumane nelle carceri siriane. Inoltre nel contesto della pandemia da coronavirus vanno attuate anche nelle carceri le misure di protezione consigliate dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che possono rallentare o fermare l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Delle misure fa parte mantenere la distanza fisica e i contatti con altri oltre ai propri famigliari conviventi. Rispetto alla situazione nelle carceri della Siria questo tuttavia sarebbe impossibile.
Nella presa di posizione del CDS pubblicata sabato si afferma: „La risoluzione ONU 2254 sulla Siria raccomandava misure per la creazione di fiducia per la sostenibilità di un processo politico, di queste faceva parte anche la liberazione dei prigionieri. Queste raccomandazioni non sono state rispettate, motivo per cui migliaia di famiglie siriane ancora soffrono delle conseguenze del disprezzo delle disposizioni della risoluzione – nonostante iniziative regionali e internazionali e appelli per la loro attuazione. In considerazione delle condizioni miserevoli nelle carceri della Siria, che sono luoghi per degradare l’essere umano e l’epidemia da coronavirus che si diffonde in tutto il mondo, non è più possibile continuare a ignorare la raccomandazione dell’ONU.
Come Consiglio Democratico della Siria siamo convinti che la liberazione dei prigionieri e la risposta sul destino dei deportati e scomparsi sia una garanzia per una soluzione politica durevole dato che contribuirebbe a mitigare la rabbia sociale, alla protezione della stabilità e sicurezza interna e al ripristino della fiducia tra i popoli della Siria.
Per l’accettazione e attuazione della Convenzione ONU sui Diritti Umani per mitigare le sofferenze dei popoli della Siria e la realizzazione della loro aspirazione a democrazia, libertà e giustizia in una Siria decentralizzata, facciamo appello a tutte le forze del Paese a liberare prigionieri e deportati e a rivelare il destino degli scomparsi.
Noi come CDS alziamo la voce per i famigliari dei prigionieri, deportati e scomparsi e facciamo appello alle forze e strutture sia regionali sia internazionali perché si attivino per le richieste delle famiglie colpite e esercitino la corrispondente pressione sulle parti nel conflitto. La fine della sofferenza dei prigionieri e deportati, il chiarimento del destino degli scomparsi devono essere affrontati come questione umanitaria. Fino a quando resta irrisolta, rappresenta un ostacolo per una soluzione politica della crisi siriana.
Per questo dichiariamo la nostra esplicita disponibilità alla cooperazione con la società civile della Siria e le istituzioni giuridiche per la creazione di una Commissione Verità – composta dagli interessati, da giuristi e attivisti della società civile – che chiarisca il destino dei prigionieri e scomparsi. Rispetto al nostro dovere morale, umanitario e politico siamo favorevoli al fatto di rendere noti al pubblico il meccanismo per l’intervento della commissione e i componenti nell’ambito di una dichiarazione stampa. Facciamo notare che rispetto a questa questione abbiamo già preso una serie di misure sulle quali ci pronunceremo pubblicamente in un tempo non lontano.“
Fonte: ANF