Almeno 66 bambini sono morti a causa delle politiche di sicurezza della Turchia nelle province curde, l’ultima morte è stata quella di Yusuf Yücel, nove anni, a Şanlıurfa (Riha). Un bambino di nove anni è stato ucciso nella provincia di confine sudorientale di Şanlıurfa (Riha) da un proiettile proveniente dal territorio siriano controllato dalle milizie sostenute dalla Turchia.
Yusuf Yücel è stato colpito il 7 maggio da un proiettile proveniente da Sere Kaniye mentre faceva visita a suo nonno nel distretto di Ceylanpınar, sul versante turco del confine. Il ragazzo è morto quattro giorni dopo in ospedale, lo ha riferito l’agenzia stampa Mesopotamia.
Sere Kaniye e Gire Spi sono controllate dall’Esercito nazionale siriano (SMO) e da altri gruppi paramilitari sostenuti dalla Turchia.
Il bambino di nove anni è stato il 66° bambino a perdere la vita a causa delle politiche di sicurezza della Turchia nell’ultimo decennio, ha affermato l’agenzia citando un rapporto dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakır (Amed).
La sola Şanlıurfa ha visto morire 17 bambini tra il 2013 e il 2022, ha riferito l’agenzia Mesopotamia.
Le città curde di Şırnak (Şirnex), Hakkari (Colemêrg), Mardin (Mêrdin), Gaziantep (Dîlok) e Şanlıurfa (Riha) sono le prime tra le 81 province turche con il maggior numero di decessi infantili, secondo il rapporto dell’ordine degli avvocati intitolato Violazioni dei diritti dei minori da parte dei veicoli corazzati, delle mine e dei resti di guerra e di conflitto.
Dal 2011, 22 bambini sono morti e altri 27 sono rimasti feriti a causa dell’urto di un veicolo blindato, lo ha rilevato l’ordine degli avvocati. Tutti tranne uno dei 22 bambini hanno perso la vita nelle province a maggioranza curda, mentre un bambino ha perso la vita nella regione occidentale di Marmara.
Lo studio ha anche rilevato che dal 2011 i resti della guerra hanno provocato la morte di 45 bambini e il ferimento di altri 135.
Le politiche di sicurezza della Turchia, compreso l’uso di campi minati e veicoli blindati nelle aree urbane, hanno causato il maggior numero di morti, ha dichiarato al sito di notizie Bianet il presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakır, Nahit Eren. Secondo l’avvocato l’impunità ha aggravato la questione.