È convocata a Bologna il 19 e 20 novembre l’Assemblea nazionale di Rete Kurdistan Italia aperta a tutte le realtà solidali con il popolo curdo.
Le popolazioni del Kurdistan ed in Medio Oriente stanno attraversando una situazione drammatica. Lo stato turco ha lanciato da più di un anno una campagna di invasione nel Kurdistan del sud (nord Iraq). Il Rojava si prepara a resistere ad una nuova invasione preannunciata dal presidente turco Erdogan, mentre figure civili e militari dell’Amministrazione autonoma vengono quotidianamente assassinate dai droni di Ankara, gli stessi droni che colpiscono indiscriminatamente a Shengal e nel campo di Makhmour. Questa escalation di azioni militari, condannate da diverse organizzazioni umanitarie internazionali, comprende il bombardamento di campi profughi, insediamenti civili, villaggi e ospedali, con il chiaro intento di terrorizzare le popolazioni civili e depopolare intere aree.
In Iran e nel Rohjelat, dopo l’uccisione da parte della polizia religiosa di Jina Masha Amini, le proteste guidate dalle donne si sono estese e si sono allargate in molte città del paese, la repressione che ne è seguita è già costata la vita a decine di persone. Il segno di un radicale rifiuto di un sistema oppressivo e patriarcale che i popoli del Medio Oriente non accettano più.
Continua anche la pressione sui prigionieri politici in Turchia. Non ci sono notizie da 19 mesi dal leader del PKK Abdullah Öcalan e dai prigionieri Hamili Yıldırım, Veysi Aktaş e Ömer Hayri Konar, che sono detenuti in condizioni di pesante isolamento nel carcere di massima sicurezza di tipo F di İmralı. Per rompere l’isolamento in questione, 350 avvocati e istituzioni legali di 22 paesi tra cui tutti i paesi europei, Australia, Sud Africa, Corea del Sud, India, America, Brasile e Giappone, si sono rivolti al Ministero della Giustizia per chiede un incontro con Abdullah Öcalan e hanno inviato lettere all’Ordine europeo degli avvocati, all’Ordine degli avvocati turchi e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani.
Successivamente, il 19 settembre, 756 avvocati provenienti da Marocco, Palestina, Kurdistan del sud (Nord Iraq), Siria del Nord-Est, Iraq, Libano, Egitto, Siria e Giordania hanno presentato una richiesta al ministero, sotto la guida dell’Iniziativa legale araba per la libertà di Abdullah Ocalan. Nelle richieste veniva sottolineato che l’isolamento viola le convenzioni internazionali.
In Turchia per aprire un percorso di democratizzazione e di trasformazione radicale della Repubblica di Turchia è stata costituita da HDP e da altri partiti della sinistra turca L’Alleanza per il lavoro e la libertà. Un importante banco di prova è costituito dalle prossime elezioni politiche del 2023. Il presidente turco Erdogan davanti a una drammatica crisi economica che investe una larga parte della popolazione, per salvare se stesso ed il proprio sistema di potere, ricorre alla guerra per alimentare il sentimento nazionalista mentre si pone a livello internazionale come elemento diplomatico di mediazione nel conflitto ucraino.
L’assemblea si svolgerà presso Centro Sociale Tpo. Via Casarini 17/5 Bologna, con il seguente ordine del giorno:
19 novembre dalle ore 10.30 alle 13:00
- Relazione introduttiva e approfondimento sulla situazione politica nelle quattro parti del Kurdistan
- Interventi e dibattito politico
Pranzo dalle 13:00 alle 14:30
19 novembre dalle ore 14:30 alle 18:00
- Interventi e dibattito politico
- programmazione di iniziative, campagne e attività per i prossimi mesi.
20 novembre dalle 10.30 alle 13:00
- Plenaria
- Conclusioni
Per ulteriori informazioni, comunicare adesioni o se si necessita di ospitalità: