Da giorni i canali di controinformazione del movimento kurdo e della solidarietà internazionale diffondono immagini terrificanti che mostrano al mondo le conseguenze subite dagli uomini e le donne del Partito dei
Lavoratori del Kurdistan colpiti da ARMI CHIMICHE e GAS TOSSICI utilizzati deliberatamente dall’esercito turco nel corso delle operazioni compiute in territorio iracheno. I portavoce del movimento da mesi denunciano l’utilizzo di armi chimiche (vietate da tutte le convenzioni internazionali) da parte del regime di Ankara, utilizzo confermato e dimostrato anche dalle ultime drammatiche immagini.
Le incessanti operazioni di guerra del governo turco contro la resistenza kurda (nel corso di questi attacchi sono stati uccisi decine tra civili kurdi e guerriglieri/e, di cui 17 solo nelle ultime ore) sono ormai da tempo una costante in Turchia, Rojava ed Irak.
In questo periodo gli attacchi turchi stanno subendo un radicale inasprimento dovuto all’impunità che la silente ipocrisia della comunità internazionale ha da sempre garantito ad Erdogan, oggi ancora di più in virtù della ritrovata centralità diplomatica turca dovuta agli sviluppi del contesto bellico ucraino.
La necessità di nascondere una situazione interna sempre più critica con una grave crisi economica e un’inflazione galoppante che ha impoverito gran parte della popolazione (mentre gli autocrati fedeli al regime continuano ad accumulare fortune smisurate), ancora una volta sta spingendo Erdogan a giocare la carta della guerra contro il nemico interno kurdo per recuperare consenso e voti della destra nazionalista e fascista in vista delle prossime elezioni del 2023.
Per raggiungere questo obiettivo ha bisogno di vittorie da sbandierare e, non riuscendo a sconfiggere la resistenza con la guerra“convenzionale”, non esita ad utilizzare qualsiasi mezzo, incluse le armi chimiche.
Allo stesso tempo, la complicità delle istituzioni europee ed internazionali, che continuano a considerare il PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, un’organizzazione terroristica esclusivamente per compiacere l’utile dittatore Erdogan, fa sì che la repressione si sia estesa oltre i confini della Turchia, minacciando i kurdi in esilio e gli stessi solidali che si mobilitano per la difesa deI valori del Confederalismo Democratico, il riconoscimento della legittimità del movimento di liberazione kurdo, la liberazione di Abdullah Ocalan e delle migliaia di prigionieri/e politiche del regime.
Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio!
Le comunità kurde si stanno in queste ore mobilitando insieme ai movimenti della solidarietàinternazionale perché nelle città di tutta Europa si manifesti contro i crimini di guerra della Turchia e per la difesa della resistenza. Anche in Toscana saremo in piazza per ribadire il nostro appoggio e la nostra solidarietà ai compagni ed alle compagne kurdi e denunciare la guerra sporca che il secondo esercito della NATO ha esteso in tutto il Kurdistan.
DOMENICA 23 OTTOBRE MANIFESTAZIONE REGIONALE a PISA
ORE 16 P.za XX SETTEMBRE (davanti alla sede del Comune)
Comunità kurda in Toscana
Coordinamento Toscana per il Kurdistan