ANKARA – Il Partito della Sinistra Verde ha presentato al Parlamento un disegno di legge per il riconoscimento del 74/mo massacro contro gli ezidi come “genocidio”.
Trascorso il 9° anno della strage dello Stato Islamico contro gli Ezidi, nota come 74° Strage, è stato presentato al Parlamento un disegno di legge per il riconoscimento della Strage come “genocidio”.
Nel disegno di legge presentato dal deputato Gülcan Kaçmaz Sayyiğit del Partito della sinistra vedre, viene chiesto che la situazione disumana perpetrata dall’ISIS sia riconosciuta come “genocidio”.
È un dovere di coscienza
Allo stesso modo, nel disegno di legge, che afferma che gli attacchi, che sono considerati “crimini contro l’umanità”, sono stati accettati come “genocidio Êzidî” dal Regno Unito, sono state fornite le seguenti giustificazioni:
Il potere politico non ha adottato provvedimenti riguardo ai massacri. Al contrario è stata adottata una politica estera che ha sollevato le preoccupazioni per la sicurezza degli Ezidi, e l’atteggiamento aggressivo, nonostante tutti gli appelli, non è stato abbandonato.
Di conseguenza, gli Ezidi che vivono nelle quattro parti della geografia curda, principalmente nelle città di Shengal e Sheikhan della regione del Kurdistan iracheno e nei villaggi di Mosul, così come in Georgia e Armenia, vogliono vivere liberamente con la loro cultura e credenze. Soprattutto al nono anno del genocidio, i governi della Repubblica di Turchia devono cambiare le loro attuali politiche nei confronti dei curdi Ezidi, che sono etnicamente imparentati con milioni di loro concittadini.
In questo senso, sarebbe significativo che la Grande Assemblea Nazionale della Turchia (TBMM), dove è rappresentata la volontà dei popoli, assuma l’iniziativa e intervenga per avvicinare i popoli perché i suddetti massacri siano riconosciuti come il ‘ genocidio degli Êzidî’ dalla Grande Assemblea Nazionale della Turchia, che porterà allo sviluppo della tolleranza tra i popoli e le credenze. Questa è anche una sfida importante che i politici devono affrontare come un dovere umanitario e coscienzioso”.