La sezione di Diyarbakır dell’Associazione per i diritti umani (IHD) ha rilasciato una dichiarazione in merito alla condanna, ancora una volta dopo un nuovo processo, del sindaco della municipalità metropolitana di Diyarbakır, Selçuk Mızraklı, a più di 9 anni di carcere. La dichiarazione sottolinea che Mızraklı è stato eletto con il 62% dei voti alle elezioni amministrative a Diyarbakır del 31 marzo 2019.
Nella terza udienza del nuovo processo contro il sindaco della municipalità metropolitana di Diyarbakır, Adnan Selçuk Mızraklı, tenutasi il 29 novembre, la nona corte penale di Diyarbakır ha condannato Selçuk Mızraklı a 9 anni, 4 mesi e 15 giorni di carcere con l’accusa di “appartenenza organizzazione terroristica.”
La corte ha anche deciso la continuazione della detenzione di Mızraklı. La stessa condanna a 9 anni, 4 mesi e 15 giorni, pronunciata in primo grado, era stata annullata dalla Corte di Cassazione della 3a Sezione Penale.
Nell’udienza, il 9° tribunale penale di Diyarbakır ha condannato Mızraklı a 7 anni e 6 mesi di reclusione con l’accusa di “appartenenza a un’organizzazione terroristica” e ha aumentato la pena della metà.
Dopo aver applicato una riduzione discrezionale della pena detentiva a 10 anni e 6 mesi, il tribunale lo ha condannato a 9 anni, 4 mesi e 15 giorni di reclusione.
La sezione di Diyarbakır dell’Associazione per i diritti umani in una dichiarazione ha criticato la nomina degli amministratori in corso dal 2016 e ha ricordato che Mızraklı è stato eletto con il 62% dei voti alle elezioni amministrative del 31 marzo 2019.
La dichiarazione comprende i seguenti punti:
Dal 2016, a seguito all’ingiusta nomina di amministratori fiduciari nelle municipalità, continuano le pressioni e gli interventi sistematici contro i curdi e i rappresentanti politici, come arresti, detenzioni e ostacolo al diritto di impegnarsi in politica. In un Paese in cui la democrazia, i diritti umani e le libertà individuali non sono garantiti, è impossibile raggiungere la pace sociale. Selçuk Mızraklı, medico, ha celebrato il suo quarto anno di detenzione il 23 ottobre.
Pertanto, è necessario adottare misure per attuare politiche che pongano fine al conflitto armato e alla violenza in corso in Turchia, e le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e della Corte costituzionale devono essere urgentemente recepite nel diritto interno.
Il percorso verso la democratizzazione in Turchia e la riduzione al minimo delle questioni relative ai diritti umani non sta nella detenzione, negli arresti e nell’ imposizione di pesanti sanzioni ai curdi e ai rappresentanti politici o nella nomina di amministratori fiduciari nei comuni, ma nel garantire il diritto di voto e di essere eletti in senso reale, ponendo fine al conflitto in corso e cercando una soluzione pacifica e basata sul dialogo alla questione curda.”
Cosa è successo?
Selçuk Mızraklı è stato eletto sindaco della municipalità metropolitana di Diyarbakır con il 62% dei voti su 490.571 elettori nelle elezioni amministrative tenutesi il 31 marzo 2019.
È stato rimosso dall’incarico il 19 agosto 2019, con decisione del Ministero dell’Interno, e al suo posto è stato nominato un fiduciario.
Dopo essere stato rimosso dalla sua carica elettiva, Mızraklı ha organizzato per giorni un sit-in con la popolazione di Diyarbakır davanti alla municipalità metropolitana.
Due mesi dopo, il 21 ottobre 2019, è stato posto in detenzione e il giorno successivo, il 22 ottobre, è stato arrestato con l’accusa di “essere membro di un’organizzazione” e di “fare propaganda per un’organizzazione” sulla base del accuse di un testimone di nome H.B.A.
Il caso è stato portato davanti alla Corte di Cassazione, che ha annullato la sentenza. Il processo è stato ripreso, ma questa volta sono state aggiunte le dichiarazioni di un altro testimone. Nel frattempo, è stato rivelato che H.B.A lavorava all’interno dell’organizzazione di polizia dal 2012.