Osman Ruştî Mêrvansî (32 anni) sarebbe stato ucciso mentre faceva apicoltura vicino al villaggio di Şêladiz, nel distretto di Amedi (Amêdî) di Duhok. Era un peshmerga fuori servizio, membro delle forze di sicurezza locali. Il corpo di Mêrvansî è stato trasportato al villaggio su un cavallo. Facciamo le nostre condoglianze alla famiglia e alla popolazione di Şêladiz.
Le azioni aggressive e oppressive delle forze armate turche contro i civili curdi nel Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale) rappresentano crimini di guerra meritevoli di condanna e sono una palese violazione della sovranità del Governo regionale del Kurdistan (KRG) e dell’Iraq. Il recente bombardamento a Şêladiz, che ha provocato la tragica perdita di una vita, è una chiara illustrazione delle atrocità efferate che vengono perpetrate. La deliberata presa di mira di villaggi, lo sfollamento di famiglie innocenti e la distruzione di case, chiese, fabbriche e infrastrutture critiche sono assolutamente riprovevoli.
Le ripercussioni della recente operazione militare turca, durata dal 15 giugno al 15 luglio, sono a dir poco catastrofiche. Nove villaggi sono stati sfollati con la forza e almeno 184 famiglie sono state sfollate dalle loro case. Molte di esse appartengono ad antiche comunità assiro-cristiane. L’incendio di circa 68.000 dunam di terreno ha causato danni ecologici irreversibili. Le vittime civili, i feriti e l’interruzione di servizi vitali come l’elettricità e le telecomunicazioni hanno solo aggravato la crisi umanitaria.
Il silenzio che circonda l’annessione de facto del territorio iracheno lascia intendere un tacito avallo regionale e internazionale, facendo temere un’escalation incontrollata. L’angosciante modello delle operazioni militari turche nel Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale), caratterizzato da danni ai civili, sfollamenti e distruzione di infrastrutture, richiede un’attenzione urgente. La proliferazione delle installazioni militari e l’interruzione delle reti di comunicazione aggravano ulteriormente le sofferenze delle comunità colpite.
La comunità internazionale deve unirsi in solidarietà con il popolo curdo, chiedendo l’immediata cessazione delle ostilità, la protezione dei civili e la responsabilità di coloro che perpetrano queste gravi violazioni. Il perseguimento di programmi espansionistici a spese dei territori curdi in Siria e in Iraq, come previsto dal regime di Erdoğan-Bahçeli, minaccia di inasprire i conflitti regionali e di provocare sfollamenti di massa.
Spetta alla comunità globale impedire i crimini di guerra di Erdoğan e l’annessione desiderata dell’Iraq del Nord, come la storia ci dimostra in luoghi come Cipro settentrionale occupata dal 1974, che non intendono mai lasciare.
Congresso Nazionale del Kurdistan KNK