Le donne hanno chiesto il rilascio della graphic designer curda iraniana Shahla Pirastah senza essere espulsa. Shahla Pirastah, graphic designer di Mahabad in Iran, residente ad Amed (Diyarbakır) da circa 8 anni è ricercata per essere espulsa. La Piattaforma delle donne di Urfa ha tenuto una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione per i Diritti Umani (IHD) e ha chiesto il rilascio di Shahla Pirastah dal Centro di Rimpatrio di Urfa, dove è detenuta.
Gül Fehime Binici, co-presidente della sezione di Riha (Urfa) dell’Associazione degli Avvocati per la Libertà (ÖHD) ha letto il comunicato stampa a nome delle donne. Gül Fehime Binici ha dichiarato che Shahla Pirastah si è rivolta all’IHD il 16 dicembre 2024 e ha sottolineato le violazioni dei diritti che ha subito. Gül Fehime Binici ha affermato: “Shahla Pirastah, nei confronti della quale la Direzione per la Gestione delle Migrazioni di Diyarbakır II ha assunto l’8 aprile una decisione di espulsione e detenzione amministrativa senza mostrare alcuna decisione ai suoi avvocati, è stata trasferita al Centro di Rimpatrio di Urfa il 10 aprile.
Qui è in detenzione amministrativa da circa 5 giorni e rischia l’espulsione.” Affermando che Shahla Pirastah ha dovuto lasciare il suo Paese a causa della violenza dello stato maschile in Iran, Gül Fehime Binici ha aggiunto: “Consegnare Shahla Pirastah, una pittrice e graphic designer che ha lottato per sopravvivere in Iran, poi è arrivata in Turchia e ha continuato la sua lotta qui, al regime misogino iraniano significa sostenere il genocidio delle donne.
Se venisse mandata in Iran verrebbe lasciata morire e subirebbe violazioni dei suoi diritti, in particolare del suo diritto alla vita. Sebbene le pratiche misogine e disumane dell’Iran siano note, insistere nel tenerla in detenzione amministrativa a scopo di espulsione potrebbe costare la vita di un’altra donna. Le autorità dovrebbero abbandonare questo trattamento che non protegge le donne e non agisce in conformità con il diritto internazionale e rilasciare immediatamente Shahla Pirastah.”
