Le milizie curde riconquistano la collina di Mistenur, postazione strategica finora sempre in mano all’ISIS.YPG e YPJ continuano ad attaccare. Il 12 e 13 novembre sono stati due giorni (e due notti) di combattimenti feroci, dentro e fuori dalla città di Kobane.
Fin dall’alba di mercoledì la città era coperta da un denso fumo nero, chiaramente proveniente da quattro diversi focolai nei quartieri rivolti ad est e sud. In particolare, le forze della guerriglia curda sono riuscite a riconquistare la moschea di Reshad ed il palazzo della municipalità.
Nel pomeriggio almeno due bombardamenti aerei hanno colpito la zona est di Kobane ancora in mano alle truppe dello Stato Islamico. Siamo riusciti ad avvistare una bandiera nera del “califfato” sopra una torre dell’acqua oramai distrutta dai due mesi di conflitto, che non c’era il giorno prima. Durante il pomeriggio inoltre abbiamo chiaramente visto e sentito combattimenti fuori dalla città, nei villaggi della periferia occidentale. Dal comunicato ufficiale YPG sappiamo essere sempre i villaggi di Minez e Gire Iza.
Tramontato il sole torniamo al villaggio di Meheser, 400 metri dopo il confine e dirimpetto ai quartieri est controllati dall’ISIS. I combattimenti sono violenti, e molto vicini. I mezzi corazzati turchi martellano di proiettili traccianti rossi la linea di confine.
“Hanno paura che i DAS scappino da questa parte” ci dicono al villaggio. Infatti l’ISIS sta retrocedendo, non si era mai combattuto in questa zona e così vicino al confine orientale. La gente lascia i fuochi e si avvicina al confine, si canta a squarciagola. “L’YPG ci sente” dicono “li incitiamo”. I turchi sulla collina accendono il faro, ci puntano e arretriamo di qualche metro, ma senza smettere di incitare i combattenti.
I colpi di fucile e di mortaio scemano, ma il boato di due airstrikes ravviva l’atmosfera, ricominciano cori, balli tradizionali, canzoni partigiane. La notte non finisce. All’alba stanno ancora combattendo mentre al villaggio arrivano macchine e pulmini dai paesi vicini: è una nuova manifestazione improvvisata a sostegno della resistenza di Kobane. Si forma un lungo cordone, parallelo al confine, e si alzano i cori “Biji berxadane Kobanì! / Biji berxadane YPG! / Biji berxadane YPJ!”. Torniamo sulla collina: la bandiera nera che avevamo visto il giorno prima sulla torre dell’acqua non c’è più, buon segno, l’YPG avanza anche a sud.
Spostandoci verso la città di Suruç nel tentativo di strappare qualche conferma “ufficiale”, apprendiamo che durante gli scontri delle 24 ore precedenti sono morti due guerriglieri. In città si stanno svolgendo i funerali mentre gli aerei della coalizione hanno colpito altre due volte. Al villaggio, nei bar, per strada la gente è euforica: l’YPG/YPJ ha conquistato la collina di Mistenur, postazione strategica finora sempre in mano all’ISIS. Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma domattina andremo a vedere di persona.
Tommaso e Momo #CentriSocialidelNordEst